È direttamente la Costituzione, all’articolo 31, a tutelare la maternità. Infatti, la nostra legge più importante ritiene che le tutele durante la maternità siano tra i diritti più importanti delle lavoratrici. Ed infatti, l’articolo 31 dispone che la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia. Non solo, ma anche l’adempimento dei relativi compiti con particolare riguardo alle famiglie numerose. Soprattutto, però, protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù con gli strumenti necessari.
Proprio a questo fine, la legge riconosce diversi istituti a protezione della futura madre. Tra i più importanti, il congedo i maternità e il diritto a conservare il posto di lavoro. Infatti, il congedo di maternità è un periodo obbligatorio di astensione dal lavoro per la donna lavoratrice dipendente. Questo periodo si svolge durante la gravidanza e il puerperio. I mesi di congedo sono 5 e vanno utilizzati a cavallo del parto. Diverso, invece, il congedo parentale che è un permesso di tipo facoltativo.
Diritti delle madri lavoratrici
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L’articolo 54 del Decreto Legislativo 151/2001 prevede che il datore di lavoro non possa licenziare la dipendente incinta fino a che il figlio compia 1 anno di vita. Oltre ai giorni di congedo e il diritto a non essere licenziata, la futura madre ha anche altri tipi di tutele. Sul punto c’è stata un recentissima pronuncia della Corte di Cassazione, ordinanza 25 maggio del 2022 numero 16929. Il tema era quello dei buoni pasto.
Come noto, i buoni pasto costituiscono una prestazione del datore di lavoro che sostituisce il servizio mensa. Invece di provvedere ai pasti dei dipendenti, il capo gli fornisce questi buoni alimentari. I buoni pasto non sono obbligatori, la loro spettanza dipende normalmente dai contratti collettivi e dagli accordi aziendali. Se questi contratti o accordi non prevedono nulla spetta al datore di lavoro decidere se fornire o meno questi buoni.
Oltre ai giorni di congedo e il diritto a conservare il posto pochi sanno che alla donna in maternità spetta anche quest’altro beneficio economico
Ora, le future mamme hanno diritto nel periodo di gravidanza ai buoni pasto quando si recano normalmente al lavoro. Ovviamente se il loro contratto prevede l’erogazione di questi benefit economici. La Cassazione ha, però, analizzato un caso particolare. Se, cioè, avessero diritto ai buoni pasto le lavoratrici che beneficiano dei permessi per l’allattamento. I giudici hanno spiegato che, sia nell’impiego privato che pubblico, la risposta dipende dall’orario di lavoro.
Se la dipendente, pur usufruendo del permesso per l’allattamento, lavora almeno 6 ore al giorno ha diritto al buono pasto. Oppure anche un minimo differente stabilito dalla contrattazione collettiva. Se, invece, l’orario lavorativo giornaliero è inferiore alle 6 ore non può pretendere dall’azienda questo beneficio economico.
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