L’Italia è uno dei maggiori produttori di olio d’oliva al Mondo e i suoi oliveti si trovano soprattutto in Sicilia, Calabria e Puglia. Queste terre, come qualche altra regione del sud, sono disseminate di olivi, alberi dai tronchi bassi, intrecciati e maestosi. Le loro fronde creano un capello quasi perfettamente ovale e ospitano dai 30 ai 60 chilogrammi di preziosissimi frutti, le olive. Queste si possono mangiare intere, tra un aperitivo e l’altro, ma è proprio da loro che si ricava l’olio, solitamente di qualità extravergine.
Questi alberi secolari, però, non sono esenti da rischi e possono vedere minacciata la loro produzione da un insetto tanto piccolo quanto distruttivo. La mosca dell’olivo è l’incubo dei coltivatori e in questo articolo scopriremo come contrastarla con delle trappole fai da te nel rispetto dell’ambiente.
Come riconoscerla e quali sono i possibili danni
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Questa mosca piccolissima si può facilmente confondere con quelle comuni, che ci disturbano ronzandoci nell’orecchio. In realtà, la Bactrocera oleae, suo nome scientifico, si distingue perché ha il corpo di colore bruno, quasi rosso, e puntellato di nero.
Questa buca le olive per depositare al loro interno le uova e le larve, crescendo, si nutrono del frutto spolpandolo interamente. Il buco, che attirerebbe altri insetti e microrganismi pericolosi, porterebbe spesso al marciume dei frutti e alla loro caduta, ma non sarebbe l’unico danno.
Infatti, le olive attaccate dalla Bactrocera potrebbero subire un deprezzamento e potrebbero produrre un olio di scarsa qualità, altamente acido. Per questo, sarebbe opportuno non farsi trovare impreparati da un suo possibile attacco, che solitamente inizia con la primavera, quando le temperature si fanno stabilmente più calde.
Oltre a zolfo e calce, ecco come combattere la mosca dell’olivo con queste 2 trappole in bottiglia totalmente naturali
Contro la mosca dell’olivo solitamente si utilizzano zolfo e calce, un trattamento che si potrebbe iniziare ad aprile e prolungare fino a giugno-luglio. Queste due polveri si potrebbero usare separatamente oppure insieme, miscelate con dell’acqua fino a creare un composto dalla consistenza lattea. Poi, questo andrebbe irrorato sul tronco e sui rami, evitando foglie e germogli.
Inoltre, in agricoltura biologica si userebbe il caolino, altra polvere che andrebbe sempre diluita in acqua e poi spruzzata. Tuttavia, a fianco a questi rimedi ce ne sarebbero altri che prevedrebbero la costruzione di trappole fai da te.
Per crearle avremmo bisogno di:
- qualche bottiglia d’acqua ormai vuota, da forare in cima e lateralmente, il cui tappo andrebbe dipinto di giallo, colore attrattivo;
- alcuni prodotti o scarti alimentari;
- fil di ferro da far passare intorno al tappo per creare il gancio per appenderle.
Le 2 bottiglie-esche
In una prima versione dovremmo chiudere all’interno della bottiglia:
- 400 ml di acqua;
- 2-3 sardine o avanzi di qualsiasi pesce, perché il suo odore, soprattutto in putrefazione, attirerebbe la Bactrocera;
- 50 ml di ammoniaca senza odore per evitare di attrarre anche le api.
Nella seconda versione, invece, dovremmo versare:
- 10-15 cucchiai di ceci precotti, che sarebbero un potente attrattivo;
- acqua a coprire.
Allora, oltre a zolfo e calce, ecco come combattere questa pericolosissima mosca con delle semplici trappole domestiche.
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