Alcuni drink nascono quasi per gioco o per esperimento e diventano dei simboli apprezzati da milioni di persone. Era questa, ad esempio, la storia del drink inventato dal Conte Camillo Negroni. Nella Firenze di fine ‘800 fece aggiungere una goccia di gin al suo usuale aperitivo fatto di Vermut e di Bitter. Da quel giorno nacque un mito, nonché uno dei 7 cocktail tutt’ora più ordinati al Mondo secondo un’indagine.
Anche l’Hugo ha una storia simile. In tantissimi oramai lo apprezzano. È un cocktail recentissimo, nato nei primi anni del 2000 in Trentino-Alto Adige. In pochi anni la sua fama si è estesa. Divenendo conosciuto ed apprezzato in Italia ed infine in vari paesi del centro Europa. Farlo è semplice, se si conoscono i trucchi del mestiere. Ma possiamo sempre stupire i nostri ospiti con due varianti intriganti diffuse tra i barman. Così oltre a preparare l’Hugo possiamo provare a degustarlo nelle varianti al lampone e con il gin. Per realizzarle, partiamo dalla preparazione del tradizionale Hugo.
Beverino e che rinfresca il palato
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Come sapremo, il segreto del successo dell’Hugo risiede nella sua grandissima fruibilità. Ha un livello alcolico relativamente leggero, unito però ad una bevibilità estrema. Gustarlo d’estate diventa una vera delizia, vista la capacità della menta di pulire il palato. Quella che noi beviamo non è neppure la ricetta originale. Questa prevedeva l’impiego dello sciroppo di melissa. Questa intuizione era però difficile da replicare fedelmente.
Lo sciroppo di melissa è un prodotto artigianale molto difficile da trovare. Così i barman normalmente impiegano lo sciroppo di sambuco. Oltre a questo, utilizzano Prosecco, soda, 2 foglioline di menta e uno spicchio di limone.
Da regola la preparazione prevede l’impiego di un calice da vino bianco colmo di ghiaccio. A questo si aggiungono 2 cl di sciroppo di sambuco e 15 cl di Prosecco. Se non abbiamo un misurino a disposizione possiamo tenere a mente che questa misura corrisponde ad un bicchiere piccolo da cucina. Se abbiamo a disposizione una tazza, consideriamo che si tratta di meno della metà del contenuto. Poi concludiamo con una spruzzata di soda, una mescolata delicata ed il contenuto è pronto. Si aggiunge poi uno spicchio di lime e due foglioline di menta per la presentazione e per arricchire l’olfatto di qualche sfumatura.
Oltre a preparare l’Hugo possiamo provare 2 gustose varianti
La prima variante è sostanziosa. Aggiungere il gin significa infatti alzare sostanzialmente la gradazione alcolica del drink. Impieghiamo un gin dal sapore deciso e secco. Quelli della qualità London Dry possono andare bene. La preparazione cambia leggermente. Infatti, l’alcolico più forte deve essere versato per primo. Dunque, versiamo sul ghiaccio prima 3 cl di gin. E poi 12 cl di prosecco. Proseguiamo in maniera identica il resto della procedura
L’altra variante invece asseconda i palati amanti del dolce e del colore. Così anche che il caratteristico color argenteo con riflessi verdi viene meno. Entra in gioco allora la purea di lampone a rendere più scuro il drink. Sostituiamola al succo di sambuco. Inoltre eliminiamo la nota agrumata costituita dallo spicchio di limone. Sentiamoci liberi di versare 2 o 3 frutti di bosco nel drink, magari assicurati ad un supporto di legno.
Due versioni eleganti, creative, piene di sapore e di carattere.
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