Oltre a monete e gettoni, questa banconota da 100.000 lire può valere 4.500 euro

monete e banconote

Per la rubrica Cultura e Società, quest’oggi ci occuperemo di un approfondimento di numismatica. Molte persone si stanno appassionando a questa branca del collezionismo e per questo motivo l’argomento è sempre più seguito. D’altra parte, molti si sono resi conto del fatto che è possibile guadagnare dei soldi, e a volte anche davvero tanti, con semplici monete. Pezzi antichi o emessi soltanto in tiratura limitata per celebrare occasioni ed eventi speciali possono valere davvero una fortuna. Tuttavia, è bene anche tenere d’occhio le correnti monete. I pezzi quindi da 1 o 2 euro che abbiamo sempre in tasca o nel portafogli ed utilizziamo abitualmente ogni giorno. Così come gli esemplari da 50, 20 e 10 centesimi. Ma anche i piccolissimi pezzi color rame da 5, 2 e 1 centesimo.

Insomma, antica o corrente che sia, ogni moneta potrebbe avere un valore ben più elevato rispetto al suo nominale. Il collezionismo è un hobby che può quindi portarci un gran bel regalo. Se non addirittura, in casi molto particolari, dare una svolta alla nostra vita rimpolpando non di poco il nostro conto corrente. Ma oltre a monete e gettoni, esistono anche banconote che possono valere un bel po’ di soldi. Nelle prossime righe ne daremo proprio un esempio, analizzando un caso specifico.

La cara vecchia lira e la storia della banconota da 100.000 lire

I trentenni e quarantenni di oggi ricorderanno sicuramente la lira. La moneta che veniva usata in Italia prima dell’introduzione dell’euro. All’epoca, il taglio più grande di banconota circolante valeva 100.000 lire. Nel momento della sua emissione, il suo valore era molto elevato. Negli anni ’60, 100.000 lire corrispondevano ad uno stipendio e mezzo percepito da un comune operaio. Per dare un’idea più contingente, secondo gli indici rivalutazioni di oggi, la banconota da 100.000 lire corrisponderebbe a 1.000 euro circa.

Negli anni, furono emesse varie serie di questa cartamoneta. La prima banconota, emessa nel 1967, fu dedicata ad Alessandro Manzoni. Tra il 1978 e il 1982, si emise la seconda serie, con la raffigurazione delle Grazie, tratta dalla Primavera del Botticelli. La terza serie delle banconote da 100.000 lire è quella che tutti meglio ricordano. Di colore marrone/grigiastro, cominciò a circolare a partire dal 1983. Sul recto della banconota era raffigurato il volto di Michelangelo Merisi, pittore meglio noto come Caravaggio. Sul verso, era invece riprodotto uno dei suoi dipinti più celebri: Canestra di frutta.

Oltre a monete e gettoni, questa banconota da 100.000 lire può valere 4.500 euro

Alcuni pezzi da 100.000 lire della prima serie, datata 1983, possono essere assai interessanti perché particolarmente rari. Nello specifico, su tali banconote sarebbe presente una stringa di lettere e cifre numeriche indicanti la serie. Le banconote più interessanti sono quelle che presentano i seriali ricompresi tra AA000001A e AA700000A. Questi si classificano infatti come Rarità 3. Si tratta quindi di pezzi molto più rari rispetto alle banconote realizzate negli anni a seguire. In circolazione ce ne dovrebbero essere circa 1 milione di pezzi.

Ovviamente, ad incidere sul valore, molto dipende dal loro stato di conservazione. Un esemplare di quelli sopra citati, in condizioni abbastanza buone, può valere fino a 500 euro. Il valore di un pezzo in perfette condizioni, ossia ritenuto “Fior di Stampa”, può arrivare a valere anche 4.500 euro. Oltre a monete e gettoni, quindi, anche questa banconota sarebbe veramente preziosa.

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