Chi ha un qualunque reddito deve pagare le tasse allo Stato. Sia il dipendente che il libero professionista, il pensionato o chiunque abbia un reddito da lavoro deve versare le relative imposte. Le tasse gravano anche su altro tipo di reddito, quello da capitale. Chi investe soldi per ottenerne degli interessi deve riconoscere allo Stato una parte dei suoi guadagni. Il che significa che oltre a IRPEF e IMU esistono anche ulteriori obblighi fiscali. Tuttavia molti non sanno, o dimenticano, che non tutte le forme d’investimento sono tassate allo stesso modo. La tassazione grava in misura diversa sui guadagni da investimento di capitale anche in modo rilevante. Conoscere quanto effettivamente si paga di tasse sui guadagni potrebbe aiutare a scegliere l’investimento più adatto. Scopriamo quali ritenute fiscali si applicano alle plusvalenze degli strumenti d’investimento più comuni.
Molti sanno che sul conto corrente si paga l’imposta di bollo di 34,2 euro per giacenza media superiore a 5.000 euro. Tuttavia questa tassa si può evitare con un piccolo accorgimento. L’imposta di bollo non è l’unica tassa che grava sui conti correnti. Molti scordano, o ignorano, che esiste una ritenuta fiscale del 26% sugli interessi maturati, indicata nell’articolo 3 del decreto legge 66/2014.
Ma sarebbe sbagliato considerare il conto corrente come strumento d’investimento. Oggi, con i tassi a zero, la banca ha un costo nella gestione della liquidità dei clienti. Così molto istituti tentano di scoraggiare i correntisti a mantenere somme elevate sul conto. Alcune banche minacciamo anche di chiudere il conto al correntista che tiene più di 100.000 euro in giacenza. Così l’alternativa ai conti correnti potrebbe essere quella dei conti di deposito.
Oltre a IRPEF e IMU e altre imposte scatteranno tasse fino al 26% sui guadagni di questi contribuenti
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La stessa trattenuta fiscale del conto corrente si applica agli interessi maturati con un conto di deposito. Il rendimento del conto di deposito in genere viene indicato al lordo della ritenuta fiscale. Una ritenuta del 26% grava sugli interessi maturati, quindi il rendimento lordo annuo finale sarà decurtato di questa percentuale. Perciò per ogni euro di interesse incassato con un conto di deposito, lo Stato trattiene 26 centesimi.
Molte delle piattaforme sul web di confronti conti, indicano anche il rendimento netto. In questo modo il risparmiatore potrà confrontare agevolmente i vari conti di deposito e scegliere la soluzione migliore. Da ricordare che sul conto di deposito grava anche una imposta di bollo dello 0,2% sulle somme in giacenza.
Quindi un contribuente oltre a IRPEF e IMU e altre varie tasse, deve pagare le ritenute fiscali anche sui guadagni provenienti dai risparmi investiti. Per fortuna Buoni postali, libretti e titoli di Stato hanno una tassazione agevolata. Lo Stato per favorire l’investimento in titoli emessi dal Governo, concede una tassazione ridotta sugli interessi maturati. La ritenuta fiscale che grava sui titoli di Stato e su molti degli strumenti d’investimento offerti dalle Poste è del 12,5%.
Solo le obbligazioni governative hanno questa tassazione agevolata. Sulle obbligazioni emesse da società private, cosiddette corporate, la ritenuta fiscale sugli interessi maturati è del 26%, come per i conti di deposito. La ritenuta fiscale del 26% si applica anche ai guadagni provenienti da investimenti azionari. Lo Stato impone una tassazione del 26% sui guadagni che maturano (capital gain) da un’operazione di compravendita di titoli azionari e anche fondi comuni.
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