Con la Legge n° 178 del 2020, ovvero con la manovra di Bilancio del 2021, il Governo italiano ha varato l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale ed Operativa, da cui l’acronimo di ISCRO.
Una misura sperimentale e temporanea, che la Legge di Bilancio 2024 dell’attuale Governo Meloni, ha reso strutturale. Stabilizzata quindi l’indennità per gli iscritti alla Gestione Separata INPS. Ma le novità non si fermano alla proroga della misura, perché alcuni requisiti sono stati anche modificati.
Oltre 900 euro al mese per 6 mesi con l’Indennità di Continuità Reddituale, ecco a chi spetta il Bonus
Indice dei contenuti
C’è chi l’ha ribattezzata NASPI per i lavoratori autonomi. Altri invece parlano di cassa integrazione delle Partite IVA. Fatto sta che l’ISCRO è una misura che si rivolge a lavoratori autonomi che si trovano in particolari situazioni di difficoltà economica con cali di fatturato altrettanto particolari.
Dal 2021, anno del suo varo, la misura è stata indirizzata verso i liberi professionisti e verso i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS, che hanno potuto richiedere una sorta di ammortizzatore sociale pari al 25% del loro reddito. Il riferimento della misura è al reddito indicato nell’ultima dichiarazione completata. Anche se con risultati non esaltanti come numeri, la misura può essere importante anche nel 2024. Perché non mancano lavoratori autonomi in situazioni reddituali precarie.
ISCRO 2024, cosa cambia?
Il 25% dell’ultimo reddito dichiarato per un importo mensile di massimo 800 euro e minimo di 250 euro e per massimo 6 mesi. Sono le regole principali dell’ISCRO quando nacque. Alla luce del tasso di inflazione, dopo che nel 2023 gli importi cambiarono con massimo 881,23 euro e minimo 275,38 euro, nel 2024 si arriva rispettivamente a 928,81 e 290,25 euro. I soldi di questa indennità non concorrono alla base imponibile del reddito e la prestazione decorre dal mese successivo a quello in cui si presenta domanda.
In attesa di conferme, ecco le nuove soglie
Oltre all’iscrizione alla Gestione Separata INPS, gli interessati devono essere privi di pensione e privi di altri sussidi o aiuti di Stato. Inoltre in riferimento all’anno precedente quello della domanda, cioè al 2023 nel caso di domanda nel 2024, il reddito dell’interessato deve aver subito un calo del 50% almeno rispetto alla media dei tre anni precedenti. Inoltre il reddito massimo dichiarato nel 2023 deve essere fino al tetto massimo di circa 9.456 euro. Possono ottenere l’indennità coloro che hanno una Partita IVA da almeno 4 anni e che risultano in regola con gli obblighi contributivi. Solo così è possibile prendere oltre 900 euro al mese per 6 mesi.