Non sono pochi i lavoratori che devono occuparsi di genitori ormai anziani che hanno bisogno di sorveglianza e di cure. A questi si aggiungono quelli che aiutano un familiare disabile nello svolgimento delle azioni quotidiane. Ma non sempre si riesce a conciliare gli orari di lavoro con le esigenze della persona non più autonoma. E sono moltissimi gli addetti alla cura che ogni giorno affiancano i familiari per provvedere ai bisogni del parente non autosufficiente.
In alcuni casi infatti è possibile richiedere assegni di accompagnamento anche per anziani con queste difficoltà e non solo per problemi di deambulazione. A volte infatti il paziente presenta disturbi del comportamento o malattie neurogenerative. In presenza del morbo di Alzheimer spesso non è prudente lasciare il soggetto in casa da solo. Di qui la necessità di un’assistenza continua anche durante le ore notturne.
Il Governo stanzia fondi a sostegno delle famiglie su cui pesano i costi di badanti e operatori specializzati. In particolare parte da gennaio 2022 con Legge 104 l’assegno INPS da 1.800 euro per questi familiari e caregiver. Inoltre spettano oltre 350 euro dall’Agenzia delle Entrate per l’assistenza a parenti non autosufficienti con redditi fino a 40.000.
Con l’arrivo di contributi statali si possono pertanto assicurare cure e standard di benessere anzitutto ai contribuenti in difficoltà finanziarie. Spesso l’importo della pensione dell’anziano non autonomo non è sufficiente a pagare i costi dell’assistenza a domicilio. E laddove non è possibile assoldare badanti provvedono i parenti stessi ai bisogni primari del disabile o del genitore. Ma fortunatamente con la Legge 104 arrivano assegni di vario importo per 36 mesi anche a familiari non conviventi.
Oltre 350 euro dall’Agenzia delle Entrate per l’assistenza a parenti non autosufficienti con redditi fino a 40.000
Indice dei contenuti
Chi invece a causa di impegni lavorativi non può occuparsi del familiare deve necessariamente rivolgersi ad aiuti esterni. Pertanto deve stipulare un contratto con operatori o badanti che quotidianamente si fanno carico dei bisogni del disabile. In tali casi è possibile godere della detrazione del 19% sui costi mensili dell’assistenza domiciliare. Ciò tuttavia entro un tetto massimo di spesa di 2.100 euro e con redditi non superiori a 40.000 euro.
Sul portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate si specificano le altre condizioni che danno accesso alla facilitazione fiscale. Anzitutto occorre presentare documentazione che attesti il pagamento dei servizi da parte dell’operatore che assiste il soggetto disabile. Inoltre è necessario presentare una certificazione medica relativa alla condizione di non autosufficienza del richiedente.
Si tenga infine conto che la detrazione spetta unicamente nel caso in cui la non autosufficienza è strettamente connessa alla presenza di una patologia. Pertanto che effettua pagamenti fino a 2.100 euro avrà diritto ad un rimborso pari all’incirca a 399 euro.