Oggi rendono più 10.000 euro investiti sul BTP a un anno o vincolati per 12 mesi sul conto deposito?

Rendimento dei BTP e del conto deposito-Foto da imagoeconomica

A inizio novembre i redimenti sui titoli di Stato sono un po’ crollati. La curva dei rendimenti si è un po’ incrinata (specie sul tratto medio-lungo), mutando alcune carte in tavola. La discesa dei rendimenti ha spinto al rialzo i prezzi dei bond sul secondario. Cerchiamo allora di capire se oggi rendono più 10.000 euro investiti sul BTP a un anno o vincolati per 12 mesi sul conto deposito.

In entrambi i casi si tratta di strumenti d’investimento sul reddito fisso. Ossia prodotti sui quali l’emittente s’impegna al rimborso del capitale a scadenza, mentre i rendimenti sono noti a priori.

Saliranno ancora i rendimenti sul reddito fisso?

Per i conti deposito (CD) forse siamo al top dei rendimenti di periodo sulle varie scadenze. Ovviamente non abbiamo la sfera di cristallo per predire il futuro e concludere che più di tanto le banche non offriranno sui loro depositi. Ad oggi è probabile che sul breve termine i tassi BCE resteranno su questi livelli o giù di lì in base all’economia. Per i tagli sostanziali l’attesa sarà ancora relativamente lunga.

Ad ogni modo abbandoniamo la discussione sulle future politiche BCE in quanto non di nostra competenza. Vediamo invece quanto rendono oggi questi strumenti.

Quanto fruttano 10mila euro vincolati sul conto deposito

Ipotizziamo un piccolo capitale, 10mila €, che possiamo vincolare per 12 mesi. Abbiamo consultato una piattaforma online di comparazione di prodotti finanziari e scoperto quanto renderebbero i primi 3 CD. I tassi lordi offerti per 12 mesi di deposito sono, nell’ordine, del 5,00% i primi 2 e del 4,75% il 3°.

Non entriamo nel dettaglio delle specifiche condizioni commerciali previste da ogni banca. Tuttavia, invitiamo il Lettore a farlo prima di aderire a qualsiasi proposta commerciale, qualunque sia l’emittente di turno.

In generale abbiamo che i 3 conti sono tutelati dal FITD fino a 100mila € e che non vi sono spese di gestione. Fanno eccezione gli oneri fiscali. La tassazione sugli interessi è del 26,00% e l’imposta di bollo è dello 0,20% annuo sul totale vincolato (è a carico del cliente in tutti e tre i casi). Una banca delle 3, infine, riserva la funzionalità del CD ai soli correntisti dei c/c della stesa banca.

Arriviamo ai numeri. Sui due conti a maggiore remunerazione, il guadagno netto a scadenza sarebbe sui 350 € (500 € lordi, 130 € di ritenuta fiscale e 20 € di imposta di bollo). Scenderebbe a circa 331 €, infine, sul CD al tasso lordo del 4,75%.

Oggi rendono più 10.000 euro investiti sul BTP a un anno o vincolati per 12 mesi sul conto deposito?

Passiamo ora al titolo di Stato pari durata. Qui come detto in una manciata di giorni i rendimenti sono scivolati di alcuni decimali, per la gioia dei traders in bond. Prezzi e rendimenti, infatti, hanno dinamiche inverse.

Consideriamo il BTP in scadenza il 15 novembre 2024 (ISIN IT0005282527). Il bond paga una cedola annua lorda dell’1,45% mentre stamane prezza sui 97,75 centesimi. Il rendimento effettivo netto annuo si attesta quindi sul 3,25% circa. Poi vanno considerate le commissioni d’acquisto del titolo e le eventuali spese legate al dossier titoli (serve per la sua custodia).

In definitiva, a inizio novembre il rendimento del CD vincolato a 12 mesi ‘batterebbe’ il titolo di Stato pari durata.

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