Puntuale come un orologio svizzero, oggi ci sarà l’addebito della seconda rata dell’imposta di bollo per milioni di correntisti. Ormai un appuntamento fisso dal lontano 2012 per molti titolari di c/c (e non solo), siano essi persone fisiche o altri tipi di soggetti.
Ma entriamo nel vivo, oggi prelievo forzoso da 8,55 euro sul conto corrente ma è il danno minore.
L’imposta di bollo
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A partire dal 2012 è stata introdotta l’imposta di bollo sui prodotti finanziari. Ne sono colpiti c/c e libretti di risparmio, ma anche conti deposito e buoni postali con una tassazione diversa dai primi 2 strumenti.
Nel caso degli estratti del c/c bancario e postale e dei rendiconti dei libretti di risparmio bancario e postale, l’imposta è di ammontare fisso. Essa è pari a 34,20 euro per le persone fisiche, mentre sale a 100 euro per tutti i soggetti diversi dalle persone fisiche. Si pensi al caso delle associazioni, delle imprese, etc.
Questa imposta viene calcolata ed applicata al momento in cui l’intermediario finanziario emette l’estratto conto o il rendiconto.
Ancora, va sottolineato che essa è relativa al periodo rendicontato che di solito è il trimestre. In alternativa, l’intermediario finanziario la potrà sottrarre per intero a fine anno.
Quindi, dopo il 31 marzo eccoci giunti al 30 giugno e agli odierni 8,55 euro di imposta per le persone fisiche e a 25 euro per quelle giuridiche.
Dettagli ed eccezioni dell’imposta
Anche quest’imposta ha delle eccezioni. Una riguarda il caso dell’intestatario persona fisica la cui giacenza media nel periodo rendicontato non supera i 5mila euro.
Ancora, non pagano neanche coloro i quali hanno dichiarato un ISEE dal valore inferiore ai 7.500 euro.
Infine sono esentati anche i titolari di un c/c base, utile solo per l’accredito della propria pensione.
Pertanto oggi prelievo forzoso da 8,55 euro sul conto corrente ma è il danno minore
Tuttavia, oggi l’imposta di bollo è forse la mazzata più esigua per un correntista.
Ci sono anzitutto i costi annui di tenuta c/c, che mediamente oscillano sui 4-8 euro mensili. Anzi, se la giacenza di conto è importante si va anche oltre a queste spese medie.
Ma il nemico numero uno della liquidità in questa estate 2021 è sicuramente l’inflazione. A maggio essa è stata pari all’1,3% in Italia, al 2% circa nell’UE e al 2,5% in Germania, mentre negli USA questo rialzo dei prezzi è ancora più alto.
L’errore più grande è quello di sottovalutare l’incidenza di questo costo invisibile sui propri sudati risparmi. In quest’articolo abbiamo visto quanto valgono oggi 10mila euro lasciati sotto il materasso o un c/c infruttifero dal 2000 ad oggi.
La preferenza per la liquidità è una libera scelta che si può tranquillamente percorrere. Basta solo essere consapevoli che se il trend dell’inflazione non si inverte a stretto giro allora i danni saranno devastanti sul medio-lungo periodo.
Approfondimento
Come avere dai 6.000 ai 20mila euro sul c/c e non pagare l’imposta di bollo con i propri soldi.