Chi nel lontano autunno del 1993 decise di investire i suoi risparmi sul BTP che oggi presentiamo, si è garantito 30 anni di laute cedole. Due all’anno per l’esattezza, una il 1° maggio e una il 1° novembre, ognuna del 4,50% lorda.
Niente male, anzi viene da complimentarsi per chi è stato scaltro e lungimirante a puntare a suo tempo su un simile prodotto a lungo termine. Oltretutto a garanzia dello Stato e dalle cedole corpose.
Ma passando al dunque, oggi è il giorno della cedola di questo BTP al 9%: ma questo titolo di Stato è adatto al piccolo risparmiatore?
Scheda tecnica
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Il riferimento è al BTP-1nov23 9%, codice ISIN: IT0000366655, emesso dal MEF nel lontano ‘93 (è un titolo trentennale). Ha infatti prima data godimento al 1° novembre ‘93 e stacca cedole due volte l’anno come già anticipato precedentemente.
Tuttavia, teniamo a mente che oggi e domani sono giorni festivi per cui il relativo accredito dovrebbe essere visibile lunedì prossimo. Esso, come sempre, avverrà già al netto della ritenuta fiscale del 12,50%. Ovviamente la specifica dell’accredito vale solo per chi detiene il bond in portafoglio.
Infine, ricordiamo la data di scadenza di questo titolo, il 1° novembre del 2023. Praticamente ha altri 30 mesi di vita, il che equivale ad altre 5 cedole prima della restituzione integrale del capitale inizialmente sottoscritto.
Dunque, oggi è il giorno della cedola di questo BTP al 9%: ma questo titolo di Stato è adatto al piccolo risparmiatore
Dunque, se si considera la bontà della cedola e la durata di breve periodo del bond, si comprende facilmente perché esso fa tanto gola. Oggi infatti sul mercato simili rendimenti sul tasso fisso non si trovano neanche sulle scadenze monstre.
Citiamo un esempio per tutti: il recente BTP a 50 appena emesso (scadenza marzo 2072) ha infatti una cedola lorda del 2,15%. Ossia addirittura meno di un quarto del 9% del nostro bond, che peraltro dura “solo” 30 e non 50 anni.
Il piccolo risparmiatore si chiede quindi se davanti a cotanta grazia non sia il caso di passare immediatamente all’acquisto.
Ma è qui che scattano puntualmente i distinguo e le riflessioni del caso.
Ieri infatti questa obbligazione di Stato ha chiuso le contrattazioni a circa 123 centesimi. Quindi se partiamo dal prezzo attuale si comprende subito che il rendimento è negativo. Per la precisione, il rendimento effettivo netto annuo oscilla sul –0,15%.
Un esempio ci aiuterebbe a comprendere meglio il concetto.
Ipotizzando un acquisto del titolo (corso secco) lunedì prossimo avremmo un’uscita di 12.300 euro, mentre a scadenza incasseremo solo i diecimila nominali. Certo, nel frattempo avremo anche incassato 5 cedole da 391-397 euro circa l’una (dipende dai giorni dei semestri), ma il saldo finale è comunque negativo. Cioè le cedole future non ci coprirebbero dalla perdita in conto capitale.
Ricapitolando: oggi è il giorno della cedola di questo BTP al 9%: ma questo titolo di Stato è adatto al piccolo risparmiatore
Allora, che fare con quest’obbligazione?
Le strade possibili sono due, mutuamente esclusive. La prima è riservata solo un ridottissimo numero di risparmiatori e rimanda alla classica operazione da trading sui titoli di Stato. Ossia individuare un giusto prezzo di ingresso sullo strumento e gestirlo il tempo stretto e necessario per speculare sul differenziale dei prezzi.
Insomma, un’operazione riservata ad esperti e addetti ai lavori, anche perché è assai striminzito il tempo che residua alla sua scadenza.
L’alternativa più alla portata potrebbe essere allora quella di guardarsi intorno e cercare soluzioni parimenti tranquille e anche redditizie.
Ad esempio, si potrebbe considerare la soluzione dei conti deposito. In quest’articolo abbiamo già illustrato qual è il miglior CD per il piccolo risparmiatore. Sulle scadenze a 2-3 anni, infatti, oggi i migliori prodotti a vincolo arrivano a offrire fino all’1,30% di interessi lordi.
In definitiva, oggi è il giorno della cedola di questo BTP al 9%: ma questo titolo di Stato è adatto al piccolo risparmiatore. Infine, nell’articolo di cui qui il link illustriamo in quali casi particolari si riesce a spuntare anche fino al 3% di interessi sul CD.