Dopo avere toccato livelli che non vedeva da 6 mesi, l’euro potrebbe continuare il suo rafforzamento contro il dollaro. Come al solito un forte impatto sull’andamento del cambio arriverà dalle decisioni della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea. Quindi occhio alla forza dell’euro contro il dollaro.
Il 2 dicembre la chiusura del cambio euro dollaro (FXEURUSD) è stata a 1,0535, in rialzo dello 0,07% rispetto alla seduta precedente. La settimana, invece, si è conclusa con un rialzo dell’1,32%.
Come sempre accade sui cambi, i principali market movers sono la banche centrali. Il focus adesso è sulle decisioni che si prenderanno ai meeting di dicembre alla luce dei dati macro pubblicati qualche giorno fa.
In ogni caso, anche dopo la settimana appena conclusasi l’euro, confermando le attese, ha continuato il suo rafforzamento contro il dollaro.
I dati macro registrati in Europa
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I dati europei pubblicati nel corso della settimana non supportano pienamente il recente rally dell’euro nei confronti del biglietto verde. Le vendite al dettaglio tedesche, infatti, hanno mancato le stime degli analisti. Inoltre i numeri dell’S&P PMI sia della Germania che dell’area euro sono rimasti in territorio di contrazione. La buona notizia è che l’inflazione dei prezzi alla produzione (PPI) dell’area euro è rallentata in modo significativo a ottobre, battendo le stime. Tuttavia, il rapporto indica che le pressioni inflazionistiche in Europa rimangono elevate e che le prospettive economiche si stanno indebolendo. Questo dato suggerisce la necessità di continuare ad aumentare i tassi di interesse. Il Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha, quindi, mantenuta aperta la porta a un potenziale rialzo di 75 punti percentuali nella riunione di dicembre della BCE.
I dati macro registrati negli USA
L’indice del dollaro continua a scivolare dopo il calo dei dati PCE core degli Stati Uniti. I dati PCE si sono attestati al 6% a/a in ottobre, in calo rispetto al 6,3% di settembre, aggiungendo ulteriore pressione sul dollaro. I mercati si sono chiaramente convinti di un rallentamento della Federal Reserve e lo scenario che vede il dollaro al ribasso sembra guadagnare terreno.
Le indicazioni dell’analisi grafica
L’impostazione nel breve termine è rialzista, anche se le medie si stanno pericolosamente avvicinando aumentando la probabilità che possa scattare un segnale ribassista. Tuttavia, va notato che un rialzo così prolungato dell’euro contro il dollaro non si vedeva da circa 2 anni. Quindi, occhio alla forza dell’euro contro il dollaro. Tuttavia, la seduta di venerdì, dopo i dati Non-Farm Payroll (NFP) più forti delle attese, ha mostrato una forte reazione del dollaro che andrà attentamente seguita all’apertura delle contrattazioni settimana prossima.
Dopo un ribasso come non si vedeva da oltre 7 anni, l’euro si sta rafforzando di settimana in settimana contro il dollaro. Ecco, quindi, che le cinque settimane consecutive al rialzo dello Swing Trading Indicator rappresentano un interessante segnale di forza visto che un movimento così non si vedeva da oltre un anno.
Anche le medie sono chiaramente impostate al rialzo e, almeno per il momento, non si intravedono particolari pericoli all’orizzonte per il rafforzamento dell’euro contro il dollaro.