Chi ha soldi da investire nel versamento dei contributi volontari è bene faccia alcune preventive valutazioni. Infatti, sarebbe opportuno capire se farlo possa essere davvero conveniente o è meglio investire il danaro diversamente. Quindi, prima di decidere se vale la pena effettuare versamenti volontari, oppure riscattare periodi non coperti da contribuzione, bisogna valutare. L’accesso alla contribuzione volontaria è una facoltà che si apre nell’ipotesi di cessazione o interruzione dell’attività lavorativa. In siffatti casi, si può chiedere all’INPS l’autorizzazione a versare i contributi volontari.
Detta autorizzazione, tra l’altro, non obbliga il richiedente a versare i contributi ogni mese. Ovviamente, però, i versamenti hanno un costo, pari alla cifra che il datore di lavoro avrebbe versato, se il lavoro fosse continuato. Per avere un’idea del quantum da versare, basta considerare la retribuzione percepita nell’ultimo anno di lavoro ed applicare l’aliquota del 33%. Questa è quella vigente per il lavoro subordinato.
Ipotesi di calcolo
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In base a quanto anticipato, quindi, se il RAL è di 30.000 euro, ne bisogna versare ogni anno 9.900 euro. Questi, suddivisi per 52 settimane, equivalgono a circa 190 euro a settimana. Ciò vale per i contributi volontari, che non possono riguardare periodi pregressi, salvi i 6 mesi precedenti alla richiesta di autorizzazione. Diverso a dirsi per i contributi da riscatto, ossia periodi non coperti da contribuzione, riscattabili ai fini pensionistici. È il caso del riscatto della laurea o quello dei periodi intercorrenti tra un rapporto di lavoro e l’altro.
Anche in siffatta ipotesi, occhio a quando conviene versare i contributi per il riscatto. Qui, per calcolare quale sia l’onere, va considerata la retribuzione percepita nell’ultimo anno di lavoro. Questo, però, sarà l’anno precedente a quello in cui si presenta domanda di riscatto. Anche qui, l’aliquota contributiva è pari al 33% per i lavoratori dipendenti. Ciò significa che per ogni anno di contributi, vanno versati circa 5.264,49 euro, pari a 100 euro per ogni contributo settimanale.
Occhio a quando conviene versare i contributi volontari per la pensione, onde evitare di sprecare inutilmente i propri risparmi
Dalle stime effettuate, appare evidente che farsi carico della contribuzione volontaria o da riscatto, richiede un impegno economico rilevante. Allora, prima di effettuare l’investimento, è bene capire se convenga. Lo scopo potrebbe essere duplice, ossia maturare i requisiti per l’accesso alla pensione, oppure incrementare l’importo del trattamento pensionistico. La prima valutazione da fare è se grazie al riscatto dei contributi, si riesca, effettivamente, ad andare in pensione in anticipo. Di, certo, siffatte valutazioni sulla convenienza sono del tutto soggettive. Però, ciò che si vuole evitare è che il richiedente incorra in qualche errore.
Quindi, se attraverso il versamento dei contributi, si può anticipare l’accesso alla pensione di molti anni, potrebbe convenire. Stesso dicasi se esso consente di maturare il diritto alla pensione. Diverso a dirsi, se l’obiettivo è solo quello di aumentare la propria pensione, considerato che l’effetto ottenibile potrebbe essere alquanto limitato. In tal caso, sarebbe più opportuno valutare prima se ci siano degli investimenti alternativi che garantiscano una rendita maggiore.
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