Esiste oggi sul mercato un’obbligazione al 12,5%, di rendimento, ma ad alto rischio? La risposta è positiva, ma cerchiamo di capirne di più. Tra i settori economici maggiormente messi in ginocchio dal Covid-19, certamente c’è quello turistico. Sul quale si è abbattuta una crisi trasversale, senza precedenti e neanche minimamente prevedibile, almeno fino a 3 mesi fa. E che sicuramente si trascinerà anche per le prossime settimane. Ne sanno qualcosa, ad esempio le compagnie crocieristiche , i cui ordini di viaggio sono andati cancellati ad ogni angolo del globo. Flotte a terra, personale a spasso, casse a secco e una disperata esigenza di liquidità.
Carnival Cruise Line
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Non fa eccezione a tale scenario neanche l’americana Carnival Cruise Line, società di servizi turistici e per il tempo libero che organizza crociere in tutto il mondo. Fondata a Miami quasi 50 anni, il suo nome è un marchio di garanzia nell’immaginario collettivo. La società ha in totale 12 marchi di crociera (negli ultimi anni diverse sue navi sono state realizzate dall’italiana Fincantieri), inclusa anche la genovese Costa Crociere. Offre inoltre servizi di tour operator con il nome Holland America Tours e Princess Tours, a servizio e supporto dell’attività crocieristica. Il numero dei clienti serviti si contavano a decine e decine di migliaia fino all’anno scorso. Appunto: si contavano.
L’emissione obbligazionaria
Ora c’è invece che il mercato è letteralmente sparito, nessuno compra viaggi crociera. Il grafico di Borsa del titolo è impressionante, e al momento non accenna
segni di ripresa. Tuttavia l’esigenza di avere cash l’ha portata ad emettere, in dollari USA, un corporate bond che ha avuto ottimo successo sul mercato. Sul mercato ne sono state piazzate obbligazioni per 4 mld di dollari. Si tratta di un’obbligazione al 12,5% di rendimento, ad altissimo rischio anche perché non emessa in euro e quindi esposta al rischio di cambio. Inizialmente la società aveva pensato anche a un’emissione parziale in euro ma è stata poi cancellata. Perché? La società non naviga affatto in ottime “acque finanziarie” e il mercato continentale non ha mostrato interesse. E poi tali strumenti soffrono anche della scarsa liquidità tipica di questo segmento obbligazionario corporate.
Come “approcciare” all’obbligazione
Il bond in questione ha codice ISIN USP2121VAE40, un taglio minimo di $2.000 con multipli di mille e conserva (per quanto altro?) il rating investment grade Baa2. La scadenza è a tre anni e la cedola per la tranche in dollari è stata fissata dal 12.50% della guidance iniziale al 11,50%. Davvero tanto se si pensa che un bond governativo USA (il c.d. Treasury) di pari durata offre tra l’1,3% e l’1,4%. Dunque, un’obbligazione al 12,5% di rendimento ad altissimo rischio ma adatta a tutti? Assolutamente no. Il prodotto può al massimo rappresentare un 2% del totale di un patrimonio investito, ma solo e soltanto se ampio e diversificato. Ripetiamo: del solo patrimonio investito, che è una piccola parte di quello totale. E soprattutto è considerabile solo e soltanto da chi ne comprende: 1) il rischio cambio, 2) il rischio controparte, 3) la scarsa liquidità del segmento in cui scambia il bond, 4) ha di suo un’elevata propensione al rischio.