Con il Comunicato stampa di lunedì 6, il Dipartimento del Tesoro del MEF (Ministero Economia e Finanze) ha comunicato l’emissione di un nuovo BOT. Si tratta di un particolare titolo di Stato che presenta alcune peculiarità che adesso vedremo. Dunque, è in arrivo un nuovo titolo del Tesoro per investire a 1 anno e guadagnare sugli interessi invece di tenere i soldi fermi.
Una delle particolarità riguarda anzitutto la scadenza, considerato che quella standard è a 3, 6 o 12 mesi. Un lasso temporale corto dove il risparmiatore può ragionevolmente considerarsi certo sulla necessità o meno del capitale in un dato periodo. Spesso la naturale destinazione diventa il c/c, bancario o postale, che tuttavia in genere non rende nulla.
Caratteristiche del nuovo Buono Ordinario del Tesoro
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Vediamo ora quali sono le caratteristiche principali del Buono del Tesoro prossimo a venire. La durata sarà di 12 mesi, con data emissione fissata a martedì 14 novembre e scadenza alla stessa data del 2024. L’investimento durerà al massimo 366 giorni, considerato che dopo l’emissione il titolo sarà liberamente scambiato sul MOT. Quindi il titolare del titolo che tra 2 o 4 o 8 mesi volesse rivenderlo prima del termine naturale, lo può fare. Il prezzo che incasserà all’atto della vendita sarà quello di mercato vigente al tempo della liquidazione.
Il codice ISIN dell’obbligazione non è stato ancora comunicato. Si sa invece che l’importo offerto dal Tesoro è di 6 miliardi di €, e i titoli saranno posti con il sistema di collocamento dell’asta competitiva.
Diamo infine uno sguardo al calendario di emissione. Oggi 8 novembre scade il termine di presentazione delle offerte da parte del pubblico. Domani alle 11.00 scadrà il termine di inoltro delle domande in asta, mentre la data di regolamento sarà quella del 14.
Aldilà del BOT in esame ricordiamo poi che in questi giorni è in collocamento un nuovo bond di CDP che rende il 5% lordo per i primi 3 anni.
Nuovo titolo del Tesoro per investire a 1 anno e guadagnare sugli interessi invece di tenere i soldi fermi
Un’altra caratteristica peculiare dei BOT è che non staccano cedole per via della loro breve vita, e per questo sono detti titoli zero coupon. Il guadagno è dato dal c.d. scarto di emissione, la differenza tra il prezzo di carico (in emissione o sul secondario) e quello di rimborso finale, a cento.
Qualche anno fa questi titoli prezzavano spesso poco sopra cento. In pratica era il sottoscrittore del bond che pagava l’emittente per parcheggiare i soldi sullo strumento (è garantito dallo Stato). Da mesi le coso sono per fortuna cambiate, e oggi i rendimenti sono generalmente positivi.
Per scoprire quanto renderà il nuovo BOT dovremo attendere l’esito del’asta. Tuttavia, oggi il rendimento atteso a 1 anno sui titoli di Stato viaggia in area 3,7-3,75% lordo circa. Tra le spese abbiamo anzitutto le commissioni bancarie e la ritenuta fiscale sugli interessi del 12,50%. Poi c’è l’imposta di bollo (2×1.000 del controvalore degli strumenti finanziari sul conto titoli) come per Legge e le eventuali spese sul dossier titoli.
In definitiva, quindi, il rapporto rischio/durata/rendimento non è male, specie se lo si confronta con la liquidità. Quest’ultima non rende nulla e anzi in genere (ma non sempre) prevede solo una serie di spese tipo il canone c/c e l’imposta di bollo.