La BCE ha deciso di operare un ulteriore taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, dopo l’ultimo intervento dello scorso 6 marzo. Nella giornata del 17 aprile, ha annunciato che i tassi sui depositi caleranno dal 2,50% al 2,25%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, invece, passerà dal 2,65% al 2,40% e quello sui prestiti marginali dal 2,90% al 2,65%.
L’intervento è stato definito “necessario” dalla Presidente della BCE, Christine Lagarde, perché, alla luce delle recenti tensioni derivanti dall’introduzione dei dazi, le stime sulla crescita economica sono peggiorate. La crisi dei mercati finanziari e l’andamento dell’euro, inoltre, hanno causato un’improvvisa incertezza, che rischia di ripercuotersi sui consumi dei cittadini.
Alla luce di tali elementi, la Banca Centrale Europea è stata costretta a compensare momentaneamente alle criticità con il taglio dei tassi di interesse; la decisione è stata presa in maniera unanime.
Le ragioni alla base del taglio dei tassi di 25 punti base
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Lo scenario politico potrebbe subire variazioni repentine. Al momento, la BCE non ritiene opportuno attuare politiche espansive, ma in futuro non è escluso. Le vicende macroeconomiche e geopolitiche sono imprevedibili e, dunque, ci si aspetta un cambiamento in qualunque senso.

Le ragioni alla base del taglio dei tassi di 25 punti base [foto @Alexandros Michailidis/ Shutterstock.com, solo per uso editoriale]
Nella conferenza stampa di giovedì 17 aprile, la Presidente Lagarde ha sottolineato che le decisioni di politica monetaria saranno prese sulla base dei dati registrati e sulla valutazione delle prospettive di inflazione. Ha, tuttavia, chiarito, come la crescente incertezza possa far sorgere una certa ostilità da parte delle famiglie e delle imprese e incrementare la volatilità dei mercati, con un conseguente deterioramento delle condizioni di finanziamento.
Lagarde ha, infine, evidenziato che ulteriori decisioni potrebbero essere prese nelle prossime settimane, ma gli effetti dei dazi sull’inflazione sono destinati a emergere solo col passare del tempo, visto che bisognerà valutare lo stato effettivo della domanda.
Impatto del taglio dei tassi sui mutui e gli altri settori economici
La riduzione dei tassi di interesse di 25 punti base avrà delle conseguenze dirette sui mutui. Sulla base delle stime della FABI (la Federazione Autonoma Bancari Italiani), il tasso fisso medio dei finanziamenti potrebbe ridursi di circa il 2,55%. A trarne beneficio saranno soprattutto le famiglie che hanno già un prestito attivo o vogliono richiederlo.
I vantaggi della riduzione dei tassi non sarà, tuttavia, uguale per tutti ma dipenderà dalla durata del mutuo. Ad esempio, per un mutuo di 10 anni, le parti potranno risparmiare mensilmente dai 37 ai 182 euro, mentre per un mutuo di 30 anni, si potranno tagliare fino a 200 euro al mese.
Le agevolazioni coinvolgeranno anche i mutui a tasso variabile. Per un prestito di 126.000 euro con durata di 25 anni, la rata mensile potrebbe essere inferiore a 600 euro al mese (a fronte dei 752 euro del mese di dicembre 2023).
Ma il taglio da parte della BCE influirà anche su altri settori economici. Secondo la FABI, sarà più conveniente acquistare a rate e, dunque, la decisione potrebbe garantire un aumento dei consumi, con un accesso facilitato a beni e servizi.