Il miglior modo per tenere a bada il colesterolo cattivo è seguire le due antiche regole: dieta sana e vita attiva. Nei casi in cui i livelli di colesterolo cattivo siano troppo alti, però, possiamo anche ricorrere all’uso di alcuni farmaci (sotto consiglio medico). Tra i farmaci più usati per tenere a bada il colesterolo, riducendo di conseguenza i rischi cardiovascolari (ictus e infarto), ci sono le statine. Le statine sono i farmaci anticolesterolo per eccellenza. Ma una recente ricerca prospetterebbe una nuova vita per questo comune farmaco anticolesterolo che preverrebbe il Parkinson oltre a ictus e infarto. Lo studio, portato avanti da alcuni ricercatori di Taiwan e pubblicato su Neurology, ha destato l’interesse anche dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo i dati raccolti dagli studiosi, una precisa tipologia di statine potrebbe proteggere il cervello dalla minaccia del Parkinson.
Nuova vita per questo comune farmaco anticolesterolo che preverrebbe il Parkinson oltre a ictus e infarto
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Come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, le statine sono il farmaco privilegiato per controllare il colesterolo riducendo i rischi di ictus e infarto. Oltre al rischio cardiovascolare, però, le statine potrebbero proteggere anche il nostro cervello, in particolare dal Parkinson. A dirlo è una ricerca che ha preso un campione di ben 44.000 pazienti. Tutti i pazienti del campione assumevano statine, in particolare statine liposolubli come Simvastatin e Atorvastatin.
I ricercatori hanno osservato che i pazienti che, durante il monitoraggio, hanno interrotto l’assunzione del farmaco anticolesterolo hanno anche sviluppato un maggior rischio di Parkinson. Il rischio, invece, sarebbe rimasto molto più controllato in quei pazienti che hanno continuato ad assumere il farmaco anticolesterolo. I ricercatori hanno poi spiegato perché le statine liposolubili potrebbero proteggere il cervello dal Parkinson, oltre che la nostra salute cardiovascolare.
Un farmaco per il cuore può funzionare anche per il cervello?
Stando a quanto affermato dai ricercatori della National Taiwan University, le statine liposolubili sarebbero capaci di varcare la barriera tra sangue e cervello. La stessa qualità non appartiene, però, ad altri tipi di statine, come quelle solubili in acqua (per esempio, Rosuvastatin e Pravastatin). Grazie alla loro permeabilità nei tessuti del cervello, le statine liposolubili agirebbero da antinfiammatori, influendo positivamente sulla dopamina (neurotrasmettitore che permette di parlare e camminare).
Il risultato a cui sono arrivati i ricercatori potrebbe avere grande rilevanza, prospettando una nuova vita per questo comune farmaco anticolesterolo. Tuttavia, lo studio effettuato è di tipo osservazionale, dunque serve la conferma di ulteriori test clinici.
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