Il codice civile prevede pochissime regole sulla validità del testamento olografo. L’articolo 602 dice solo che è il testatore a dover scrivere, datare e poi firmare il testamento di suo pugno. Dunque, il codice civile richiede solo l’autografia come condizione di validità del testamento. Nel tempo, però, è stata la giurisprudenza a identificare tutta una serie di altre regole, ricavate da tutti i processi riguardanti il testamento risolti negli anni.
Ad esempio, in una risalente sentenza del 2004 la Cassazione ha spiegato cosa succede alle disposizioni testamentarie cancellate. I giudici hanno spiegato che se il testatore cancella solo alcune disposizioni significa che intende revocarle. Vuole, però, lasciare in piedi il resto del testamento che, quindi, continuerà ad essere valido. Se, invece, il testatore rimuove la sua firma oppure la data, allora revoca tutto il testamento. Questo perché data e firma sono elementi essenziali richiesti dalla legge a pena di nullità dell’atto stesso.
L’autografia nel testamento
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Come visto, oltre alla data e alla sottoscrizione, un altro elemento fondamentale del testamento è l’autografia. Questo significa che deve essere il testatore, di suo pugno e in autonomia, a redigere le sue ultime volontà. Di conseguenza sarebbe nullo il testamento olografo scritto con l’aiuto di qualcuno oppure tramite mezzi tecnologici.
Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con la sentenza 5505 del 2017, che riguardava proprio il famoso caso del testamento scritto con mano guidata. Infatti, è possibile che il testatore, pur lucido, sia anziano e abbia bisogno d’aiuto nel redigere il testamento. Il caso classico è che gli tremi la mano e non riesca a mantenere una scrittura chiara e sicura. A quel punto capita moltissime volte che un parente, anche del tutto in buona fede, si offra di aiutarlo, conducendo la sua mano.
Nullo il testamento olografo scritto in questo modo
La Cassazione ha spiegato che un testamento redatto in questo modo è del tutto nullo. Infatti, il requisito dell’autografia, cioè redigere il testamento di propria mano, esclude del tutto l’intervento di soggetti terzi. Anche, appunto, di familiari magari del tutto in buona fede. E questo anche se, ad indagini più accurate, emerga che quanto scritto nel testamento, con l’aiuto di un terzo, corrisponda esattamente a quanto voluto dal testatore. Dunque, attenzione a questo tipo di aiuto nei confronti dei parenti più anziani perché potrebbe portare all’invalidità totale dell’intero testamento.
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