Con oltre cinque miliardi di extra spesa per le casse dello Stato, la Quota 41 per tutti è una misura che difficilmente il governo potrà andare a varare. Nonostante nella maggioranza ci sia la Lega, partito da sempre sponsor di questa Quota 41 per tutti, la misura è difficile da mettere in atto. In effetti si tratta di una delle misure più costose tra quelle che si ipotizzano per il 2023. Sarebbe una misura alternativa alla pensione anticipata ordinaria con 42 anni 10 mesi di contributi. Anzi, finirebbe con il soppiantare la vecchia pensione di anzianità diventando l’unica appetibile per i lavoratori con lunghe carriere di lavoro. Ecco perché si cercano correttivi. Ed uno di questi ha del clamoroso, visto che si parla di inserire una determinata età di uscita anche con una misura come Quota 41.
La Quota 41 nel 2022, vale solo per i precoci
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Il passaggio da Quota 41 precoci a Quota 41 per tutti è quello che molti lavoratori auspicano, soprattutto quanti hanno carriere lunghe e durature. Infatti la Quota 41 di oggi è appannaggio di lavoratori precoci che sono allo stesso tempo e alternativamente, invalidi, disoccupati o caregiver. Inoltre la misura è appannaggio di chi svolge una delle 15 attività di lavoro gravoso previste dalla Legge di Bilancio 2017 che fu l’atto che introdusse la misura. Questo significa che l’attuale Quota 41 è piuttosto limitata come platea è piuttosto ristretta come requisiti. Infatti bisogna avere anche un anno di contributi versati prima del diciannovesimo anno di età.
La Quota 41 ideale è quella dei sindacati e della Lega
La Quota 41 per tutti invece sarebbe la soluzione su cui puntano sindacati e Lega per concedere una forma di pensionamento alternativo ai lavoratori. Come dicevamo in premessa però, è una misura altamente costosa. Inoltre, sarebbe una alternativa troppo vantaggiosa rispetto alla pensione anticipata ordinaria. Difficile infatti che un lavoratore che ha raggiunto già 41 anni di contributi versati, scelga la via della pensione anticipata ordinaria con 42 anni 10 mesi di contributi. La novità pensioni per il 2023 con Quota 41 quindi è davvero una tra le cose più difficili da mettere in atto.
Novità pensioni per il 2023 con Quota 41 ma a 64 anni di età
Per questo le ultime indiscrezioni dalle stanze del Governo fanno trapelare l’intenzione di varare sì una Quota 41, ma imponendo un tetto minimo anagrafico. In pratica con 41 anni di contributi versati bisognerà comunque raggiungere una determinata età per poter andare in pensione. Naturalmente se questa età fosse pari a 58 anni, la misura sarebbe comunque ben accetta dei lavoratori. Diverso il caso in cui si impongano età anagrafiche di quelle tipiche delle misure per quotisti. Magari fissando a 64 anni l’età di uscita, cosa che renderebbe Quota 41 più vicina alla pensione di vecchiaia ordinaria che alla pensione anticipata contributiva.
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