Con l’età che avanza e gli anni che passano tutti quanti iniziamo a sentirci più responsabili nei confronti della nostra salute e di quella degli altri. Anche per questa ragione diventiamo più attenti e sensibili rispetto a eventuali cambiamenti nel comportamento di chi ci sta accanto. Di modo da poter notare subito possibili malesseri.
Tuttavia, se questo atteggiamento da una parte può considerarsi un gesto di amore nei confronti di chi amiamo, dall’altra potrebbe rappresentare un motivo continuo di ansia e stress.
Quel che si può
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Risulta, dunque, molto importante, ad esempio nelle attenzioni che riserviamo a un nostro genitore, non cadere nella paranoia e, al contrario, cercare di rimanere obbiettivi.
Del resto, se non si ha coscienza della materia medica, tutto quello che si può fare è semplicemente osservare. Senza, però, allarmarsi inutilmente. Difatti, soltanto un medico potrà dare una diagnosi specifica. Tutto quello che possiamo fare, al massimo, è capire quando effettivamente sia il caso di prenotare una visita.
Non tutti sanno che anche questo potrebbe essere un segnale subdolo e ingannevole della demenza
È solamente con questo obbiettivo quindi, e non con quello di mettere ansie o angosce, che andremo a parlare di un sintomo comportamentale legato alla demenza. Difatti, solamente informandosi da fonti accreditate ci si potrà tranquillizzare o, al contrario, capire quando effettivamente sia necessario consultare un dottore.
Il sintomo di cui parliamo oggi si chiama vagabondaggio ed è molto frequente nei pazienti affetti da questa terribile e comune malattia. Difatti, come è ben spiegato anche su un documento presentato dall’Istituto Superiore di Sanità, il vagabondaggio fa parte dei disturbi dell’attività psicomotoria. Parliamo, dunque, di sintomi secondari che il paziente mette in atto come risposta a quelli cognitivi primari della malattia.
Con vagabondaggio si intende, per l’appunto, il girovagare senza una meta o uno scopo preciso. Sia per la casa che per la strada. Questo comportamento non solo è la causa di una forte confusione mentale ma anche di un’irrequietezza e, dunque, dell’impossibilità di rilassarsi e restare fermi. Non a caso, tra questi segnali, potremmo trovare anche l’acatisia, atteggiamento molto simile al vagabondaggio.
Ripetiamo che la presenza di uno di questi comportamenti, da sola, non potrà giustificare alcuna preoccupazione. Tuttavia, se persistente e presente accanto ad altri atteggiamenti sospetti, potrebbe rivelarsi un buon motivo per parlare con uno specialista. Unico in grado di darci una giusta e corretta diagnosi. Per tutti gli interessati, dunque, abbiamo appena visto come non tutti sanno che anche questo potrebbe essere un segnale subdolo e ingannevole della demenza.