Tutti noi abbiamo a che fare tutti i giorni con piatti e bicchieri sporchi. La fine del pasto per molti coincide con 10 o 15 minuti almeno di lavoro di pulizie. Allora giriamo la manopola dell’acqua calda e ci mettiamo in postazione per risciacquare i bicchieri, le posate, i piatti e le padelle sporche. A proposito di questo, ecco qualche dritta utile per capire l’ordine di lavaggio consigliato a chi non ha a disposizione una lavastoviglie. Quest’azione è talmente parte di noi che non ci chiediamo neppure se sia utile. Moltissimi proprietari di lavastoviglie, infatti, ritengono che la fase dello sciacquo preventivo sia un passaggio necessario. Non sanno che potrebbe essere tralasciata. Di questo abbiamo già parlato in passato.
In primo luogo, infatti, dovremmo considerare che il detersivo della lavastoviglie è programmato per detergere una parete già sporca. Se incontra un piatto o una parete già parzialmente pulita, la sua azione verrebbe in un certo senso smorzata. Ciò che potrebbe semmai servire è premunirsi di togliere i residui di cibo rimasto. Ma è ovvio che per fare questo può bastare nella maggior parte di casi una spugna bagnata. In commercio, oltre a prodotti ad azione sgrassante ed igienizzanti, esistono anche capsule gel che riescono per davvero a scrostare persino padelle e pentole. E poi fare un tentativo ci potrà far rendere conto dei risultati che si possono ottenere. Ora potremmo anche capire quanto veramente saremmo in grado di risparmiare.
Non solo pieno carico e buona manutenzione, ecco quanto risparmiamo sulla bolletta della lavastoviglie con questo semplice consiglio
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Secondo un’indagine Ipsos, effettuare il risciacquo dei piatti vorrebbe dire circa 38 litri d’acqua sprecati per ogni sessione di lavaggio. Possiamo provare anche a quantificare il danno economico che questo comportamento ci arreca. Senza considerare quello ambientale, tanto più in un Paese come l’Italia che versa in uno stato di potenziale emergenze idrica.
Se si considera una famiglia di 4 persone che consuma i pasti in casa, è verosimile che possa essere utilizzato un carico di lavastoviglie al giorno. Un anno di sciacquo preventivo potrebbe causare un utilizzo di 13.870 litri, cioè a dire quasi 14 metri cubi di acqua (che è l’unità di misura considerata nelle bollette). È ovvio che se prendessimo come riferimento quanto dichiarato dalla ricerca, potremmo elaborare alcuni ragionamenti. Le tariffe, bisogna ricordarlo, variano di Regione in Regione. Prendiamo come esempio, allora, la Toscana. Consideriamo che il portale Cittadinanzattiva ha calcolato in un’indagine un consumo medio di 192 metri cubi per famiglia in Italia. Il calcolo allora diventa consequenziale.
Quantificare il risparmio
Come sapremo, il consumo di acqua ha un tariffario particolare. La tariffa aumenta al quantitativo di acqua utilizzata. Per l’acqua che viene considerata come consumo base per persona (spesso 50 litri pro capite al giorno) viene applicato un importo base. Tanto più aumentano i consumi non necessari, tanto maggiore è il tariffario. In Toscana, la tariffa per ”uso domestico residente per 4 componenti” nello scaglione superiore ai 162 metri cubi di acqua vede una tariffa di ben 4.05 euro a metro cubo. Le tariffe dello scaglione precedente sono di molto inferiori (1.19 euro). Eppure, come detto, i consumi superflui si pagano caramente.
Ecco allora che i nostri 14 metri cubi di acqua potrebbero costare circa 56 euro in bolletta, rientrando pienamente tra quelli superflui. E a tal costo va aggiunto anche quello dei tanti, seppur scaglionati, minuti di relax. Non solo pieno carico e buona manutenzione, ecco quanto risparmiamo sulla bolletta della lavastoviglie con questo semplice consiglio.
Come se non bastasse, dare un taglio ai consumi aumenterebbe la sensibilità nei confronti della profonda crisi idrica che il nostro Paese rischia di dover affrontare nei prossimi anni. Tanti ottimi motivi per farci attenzione.