Non solo pensione sociale e pensione di reversibilità, ma ecco quando spetta all’ex moglie l’assegno divorzile e il suo importo

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In caso di divorzio sorgono una serie di questioni personali, gestionali ed economiche tra i coniugi. Non solo, ma anche tra i coniugi e lo Stato. Intanto, si pone il problema della gestione dei figli, in particolare se minori. Questo porta anche a conseguenze di tipo economico. Si pensi, ad esempio, alla attribuzione della casa familiare oppure alla necessità di corrispondere un assegno di mantenimento a carico del coniuge non affidatario.

Poi, si pongono tutta una serie di questioni economiche tra i coniugi. Intanto, la eventuale attribuzione dell’assegno di divorzio e la sua quantificazione. I rapporti tra assegno di divorzio e pensione sociale, che abbiamo già analizzato. Non solo, ma anche i casi in cui all’ex coniuge spetti la pensione di reversibilità del vecchio partner.

I presupposti dell’assegno di divorzio

Come noto, è il giudice che verifica se all’ex coniuge spetti, da parte dell’altro, l’assegno divorzile. Non solo pensione sociale e pensione di reversibilità, ma in caso di divorzio bisogna verificare la spettanza dell’assegno divorzile. Il giudice utilizza l’articolo 5 comma 6 della legge sul divorzio. Questa norma indica al giudice quali sono gli elementi che deve tenere in considerazione per attribuire e quantificare l’assegno divorzile. Intanto, il giudice deve indagare le ragioni della separazione. Deve, poi, guardare al contributo personale ed economico apportato da ciascun coniuge alla vita familiare. Altro elemento importante da prendere in considerazione è il reddito dei coniugi.

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza numero 13657 del 2022, è tornata sull’argomento. I giudici hanno nuovamente chiarito che la funzione dell’assegno di divorzio è soprattutto quella compensativa. Nel senso che l’assegno divorzile deve compensare l’ex coniuge che si è occupato della famiglia degli sforzi fatti. Non solo, ma anche della rinuncia eventuale alle aspettative lavorative per prendersi cura dei figli e della famiglia, consentendo così, all’altro, di pensare al lavoro.

Non solo pensione sociale e pensione di reversibilità, ma ecco quando spetta all’ex moglie l’assegno divorzile e il suo importo

La particolare questione che si è posta, nel caso esaminato dalla Cassazione, è se il marito dovesse pagare alla moglie l’assegno di divorzio. In particolare, quando questa rimanga totalmente inerte e nemmeno provi a cercare un lavoro. La Corte di Cassazione valorizza la funzione compensativa dell’assegno divorzile e spiega che se la donna si è occupata per tutta la vita della famiglia le spetta l’assegno. E questo anche se, appunto, non prova nemmeno a cercarsi un lavoro.

La totale inerzia, secondo la Corte, può incidere, a seconda delle circostanze, sulla quantificazione e l’importo dell’assegno stesso. Nel caso specifico, proprio l’inerzia della donna è servita alla Corte per abbassare l’assegno da circa 1.000 euro fino a soli 300. Se, dunque, l’inerzia non ha eliminato il dovere di pagare il mantenimento per il marito ne ha permesso, comunque, la forte riduzione.

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