Prima o poi capita a tutti di trovare nella tasca di una vecchia giacca un paio di monete dimenticate. Nella maggior parte dei casi si tratta solo di qualche centesimo. Ma i più fortunati possono avere per le mani degli oggetti di valore, magari senza saperlo. Attenzione, dunque, a non farsi scappare questi piccoli tesori.
Queste reliquie del passato ormai inutili possono valere un bel gruzzolo
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Come ben sanno gli appassionati di numismatica, alcune monete rare possono farci guadagnare un bel po’ di soldi. C’è dunque chi rovista in cantina o nel borsellino del nonno sperando di trovare una sorpresa. Durante le ricerche può capitare di imbattersi in tesori inaspettati, come i capi eleganti e versatili che torneranno alla moda questa primavera. O magari i vecchi gettoni del telefono, conservati per ricordo. Oggi non servono più a nulla, ma un tempo erano indispensabili per chiamare dai telefoni pubblici. Che farsene di queste reliquie del passato?
Sicuramente conviene controllare bene i gettoni prima di riporli in soffitta: infatti, non solo monete, attenzione a questi vecchi oggetti perché potrebbero valere più di quel che pensiamo! Certo, non è detto che qualsiasi gettone sia una miniera d’oro. Il prezzo a cui possiamo rivendere questi oggetti dipende non solo dallo stato di conservazione del gettone, ma anche dalla rarità dello stesso. Vediamo dunque come riconoscere i più preziosi.
Non solo monete, attenzione a questi vecchi gettoni perché chi li trova nel borsellino potrebbe guadagnare una piccola fortuna
La maggior parte dei vecchi gettoni del telefono vale circa 1 euro. Ma bisogna controllare il numero di serie: i gettoni con l’incisione 7809, benché piuttosto comuni, possono arrivare anche a 15 euro. Lo stesso può dirsi dei gettoni con numero 7502, 7706, 7803, 7901, 8011. Diverso il discorso per il gettone STIPEL del 1927, il primo mai coniato in Italia. Per un gettone di questo tipo in buono stato di conservazione si potrebbero guadagnare fino a 85 euro.
Un altro gettone segno di nota è quello coniato nel 1928 dall’officina Timo. Lo si riconosce dalle scritte “TIMO” e 1928 e dal simbolo col doppio rombo sul dritto. Il gettone è molto raro: chi ha la fortuna di trovarlo potrebbe rivenderlo addirittura a 200 euro. Infine, ha superato i 250 euro all’asta il gettone Telve disco combinatore del 1932. Sul dritto ha una scanalatura e riporta la scritta “Società telefonica delle Venezie”, mentre sul verso c’è appunto inciso il simbolo del disco combinatore. Ecco alcuni dei gettoni che può sicuramente valer la pena rivendere. E se non abbiamo per le mani nessuno di questi oggetti? Ci possiamo consolare pensando che a volte la fortuna nasconde delle insidie inaspettate: per esempio, ecco perché è meglio non vincere mai alla lotteria.
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