Esistono diverse strutture nel Mondo, identificate come ponti del Diavolo. Luoghi legati a leggende e parabole dove a perdere la sfida contro la furbizia umana, solitamente, è il malcapitato Re degli Inferi. Il più famoso di essi è il Rakotzbrücke, immerso nella natura lussureggiante del parco della città di Kromlau, progettato per specchiarsi nell’acqua creando un suggestivo anello. La maggior parte di questi ponti fu edificata tra l’anno 1000 e il 1600 circa, nella sola Francia se ne contano ben 49. A differenza però di tanti castelli infestati, oppure borghi e casolari considerati maledetti, questi ponti sono conosciuti principalmente per il loro valore storico, architettonico e perché conducono in cittadine amene e ospitali. Dunque non solo in Germania, anche in Italia esiste un Ponte del Diavolo.
Più precisamente in Friuli Venezia Giulia, nell’estremo nord est. Calata in un contesto naturalistico veramente incantevole, questa struttura in pietra risale al 1400. È veramente affascinante soffermarsi ad osservare le prime case del borgo, costruite a picco sulle rocce e affacciate su acque smeraldine. Infatti il pilone centrale su cui si appoggia il ponte, è costruito su un masso naturale. La struttura è rimasta inalterata fino al 1917, quando, durante la Disfatta di Caporetto, venne fatto saltare per arrestare l’avanzata nemica, inutilmente. Percorrendo a piedi il Ponte del Diavolo, si giunge immediatamente nel cuore del borgo di Cividale, che conserva ancora una forte impronta longobarda. Oltre ad un’architettura e dei decori che ci riportano ai fasti della Serenissima. Famosa per le sue stradine lastricate, per la Basilica e la generosa quantità di fontane e mosaici bizantini, Cividale si distingue anche per l’offerta enogastronomica.
Non solo in Germania, anche in Italia esiste un Ponte del Diavolo in un borgo perfetto per fare shopping e degustare prelibatezze enogastronomiche
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Passeggiando tra le strade infatti, oltre a rifarsi gli occhi su vetrine che espongono i migliori marchi di abbigliamento italiano, è impossibile non sostare in un’osteria tipica. Il cibo friulano dell’entroterra rispecchia il carattere rude, riservato ma cordiale, dei contadini.
A parte le aziende agricole più blasonate, come le vigne del magnate e imprenditore Joe Bastianich, che ha fondato qui la produzione delle proprie bottiglie di classe, l’aria è pregna di tradizione.
Non è raro infatti che i salumi e i vini proposti siano il frutto del lavoro di minuscole realtà locali. Le stesse che ripropongono cibi che affondano le radici in artigianalità secolari.
Dai salumi all’uso del Kren, dal Frico di formaggio alla Ribolla e al Malvasia, tutto ciò che si assaggia a Cividale è carico di Storia.
Le papille gustative dialogano con i sussurri delle nonne intorno ai focolari, dove si raccontavano storie di guerra e di fantasmi, ma anche i segreti per l’orzotto perfetto. Specialità tipiche, oltre ai formaggi locali e la cacciagione, sono sicuramente il Goulash e la minestra di Brovada. Entrambe fanno parte di un’eredità gastronomica ungherese ed austroungarica dai sapori robusti e sinceri.
Vale la pena di fermarsi a conoscere Cividale e le sue leggende legate alle Aganis, le ninfe del fiume, spiriti naturali temuti da agricoltori e boscaioli. Anche solo per una tappa all’insegna del buon cibo, di un vino squisito e di un contesto da fiaba.
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