La pressione fiscale in Italia è davvero troppo alta. I redditi di pensionati, dipendenti ed autonomi, infatti, sono schiacciati dalle tasse. Proprio per questo sempre meno le famiglie monoreddito riescono ad arrivare a fine mese. E sempre per questo motivo moltissimi italiani decidono di lasciare il nostro Paese per trasferirsi all’estero. Questo permette loro di pagare meno tasse. E nella migliore delle ipotesi anche di trovare un luogo con un costo della vita più basso. Ma non solo all’estero si pagano tasse minori, visto che una tassazione agevolata è prevista anche in Italia.
C’è anche la no tax area
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Iniziamo con il dire che per quel che riguarda l’IRPEF è prevista una tutela per le fasce meno abbienti della popolazione. Esiste infatti un limite entro il quale la tassazione non è dovuta. La cosiddetta no tax area. Attenzione, questo non significa che ci sono redditi non tassati. Ma solo che fino a determinati redditi le detrazioni spettanti annullano praticamente l’IRPEF dovuta. Per i redditi da lavoro questo limite è fissato a 8.500 euro.
Per tutti coloro che hanno un reddito superiore a questo limite, quindi, l’IRPEF è dovuta in misura che cresce al crescere del reddito. E l’aliquota minima è fissata al 23%. Ma non è solo l’IRPEF. Gli italiani pagano moltissime tasse tra cui ricordiamo l’IMU, le accise e l’IVA solo per citarne alcune. Senza dimenticare il bollo auto.
Non solo all’estero si pagano tasse più basse visto che questi lavoratori pagano le tasse su 3.000 euro invece che su 30.000
Emigrando in determinati Paesi esteri gli italiani non sono tenuti a pagare le tasse. Ma non serve necessariamente andarsene dall’Italia per pagare meno imposte. Esiste, infatti, una categoria di cittadini a cui la tassazione viene applicata in maniera minore. Per i lavoratori che, per almeno 2 anni sono stati residenti all’estero, il ritorno in Italia prevede una grossa agevolazione a livello fiscale.
L’impatriato vedrà il calcolo delle tasse dovute applicato solo al 30% del reddito prodotto. Questo significa che il 70% del reddito guadagnato sarà esentasse. E non solo. Anche per l’applicazione delle aliquote IRPEF si terrà conto nella formazione del reddito solo della quota tassata. Un lavoratore che guadagna, quindi, 30.000 euro, avrà una base imponibile di 9.000 euro. E solo su questa saranno calcolate le tasse dovute.
Se poi il lavoratore sceglie di stabilire la sua residenza in una delle regioni del mezzogiorno il reddito che concorre alla base imponibile sarà il 10% di quello che realmente ha prodotto. Riprendendo l’esempio precedente, quindi, su 30.000 euro guadagnati le tasse si pagano solo su 3.000. Il beneficio spetta per 5 anni ma è estensibile per ulteriori 5 anni se l’impatriato ha anche un figlio minorenne a carico nato prima del rientro in Italia.
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