Quando l’amore finisce è sempre un fatto spiacevole, soprattutto se si è sposati. La fine del sentimento che si prova per il partner, infatti, nella maggior parte dei casi porta allo scioglimento del matrimonio. Con tutto quello che ne consegue. Difficilmente gli ex coniugi separati o divorziati riescono a mantenere un rapporto, se non amichevole almeno civile. E liti, polemiche e dispetti inquinano, molto spesso, il periodo che precede la sentenza di divorzio. Sia che la coppia abbia figli, sia che non ne abbia avuti.
Uno dei motivi che scatena più malcontento negli ex coniugi è l’assegno di mantenimento. Dovuto dal coniuge che è più forte economicamente, solitamente viene corrisposto dal marito alla moglie. Ma non sempre è l’ex marito a dover pagare, in alcuni casi specifici sarà l’ex moglie a dover dare il mantenimento.
Assegno di mantenimento, chi lo versa?
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L’assegno di mantenimento altro non è che il versamento di una somma mensile che un coniuge versa all’altro. Una forma di contribuzione economica che spetta al coniuge economicamente più debole. Ovviamente facciamo una distinzione tra l’assegno di mantenimento che si versa al coniuge e tra quello dovuto, invece, per i figli. Anche se il matrimonio con il divorzio si scioglie, quindi, resta comunque un adempimento di assistenza materiale all’ex coniuge. Si tratta di un obbligo che nasce con il matrimonio e che non si estingue, quindi, con separazione e divorzio.
Va sottolineato, in ogni caso, che chi richiede l’assegno di mantenimento non deve avere redditi propri che gli permettano un adeguato mantenimento. L’assegno divorzile può essere di due tipologie:
- periodico, quando viene versato con cadenza (solitamente mensile);
- una tantum, quando la liquidazione dell’ex coniuge avviene in sede di divorzio con una somma consistente.
Non sempre è l’ex marito a pagare perché in alcuni casi queste somme deve versarle l’ex moglie
Come abbiamo detto, di solito, è il marito a versare l’assegno di mantenimento all’ex moglie. Questo perchè, soprattutto in Italia, le donne sono maggiormente penalizzate nella carriera. Molto spesso, infatti, prediligono la cura familiare e dei figli al lavoro. E si trovano, quindi, con lavori pagati meno, meno prestigiosi o precari e discontinui.
Ma in caso di separazione e divorzio non sempre è il marito ad essere obbligato al pagamento. Se la moglie, infatti, ha redditi più alti del marito l’assegno di mantenimento non è dovuto alla donna. E, anzi, ci si può trovare nella situazione che sia proprio lei a dover pagare un mantenimento periodico all’ex marito. Le condizioni essenziali per poter richiedere i cosiddetti “alimenti” all’ex coniuge, sono essenzialmente due:
- disparità di reddito tra moglie e marito;
- incapacità di mantenersi da soli.
Attenzione, però, all’addebito: se il giudice dovesse ravvisare la colpa di uno dei due coniugi nella rottura del matrimonio il mantenimento non spetta. Supponiamo che il marito sia disoccupato ma sia stato infedele o picchi la moglie. Queste sarebbero le cause dello scioglimento del matrimonio. In caso di condotta colpevole nessuna somma spetta a titolo di mantenimento.
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