Quando ci mettiamo alla guida di un veicolo dobbiamo assicurarci di aver adempiuto ad una serie di obblighi. In particolare, la legge impone che tutti i veicoli siano dotati di assicurazione per poter circolare legittimamente sulla strada. L’assicurazione permette al conducente di rimanere indenne dagli eventuali rischi che derivano dalla circolazione stradale. Rischi relativi all’integrità fisica delle persone e ai danni arrecati alle cose.
Grazie ad essa, la vittima può ottenere il risarcimento e il conducente può addossarne il carico, talvolta oltremodo oneroso, sulla compagnia assicurativa. Tutto ciò è possibile a patto che l’automobilista si premuri di compilare correttamente i documenti richiesti dalle compagnie assicurative. Questa importantissima sicurezza, dal punto di vista civile, non ci deve però illudere di non correre alcun rischio. Non ci deve deresponsabilizzare. Infatti, l’automobilista non rischia solo la multa e il risarcimento del danno. Se si distrae sulla strada potrebbe addirittura scontare la reclusione fino a sette anni.
L’importanza di mantenere la concentrazione
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Nel 2016, il legislatore ha infatti introdotto due nuovi reati: le lesioni stradali e l’omicidio stradale, previsti entrambi dal codice penale. Prima di questa data, il conducente che causava, ad esempio, la morte di un terzo, rispondeva di omicidio colposo con una pena ben inferiore. Attraverso questi due reati, che prevedono una pena più grave, la legge, tra le altre cose, cerca di imporre agli automobilisti di concentrarsi il più possibile alla guida.
Sempre più spesso sono le distrazioni più banali a causare gli incidenti. Prima tra tutte, l’utilizzo del cellulare. In questi casi, per scongiurare le conseguenze derivanti dalla disattenzione, basta semplicemente eliminare la distrazione. Talvolta, però, ci sono degli agenti esterni che intervengono a distrarci. E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questi agenti non ci esentano dalla responsabilità per eventuali danni arrecati a terzi. Infatti, ad esempio, secondo i giudici della Corte di Cassazione che si sono pronunciati con la sentenza n. 18748/2022, si considera distratto, e quindi responsabile, l’automobilista abbagliato dai raggi solari che causa un incidente.
Non rischia solo la multa e il risarcimento del danno, ma l’automobilista che si distrae un attimo sulla strada potrebbe subire sanzioni peggiori
Secondo i giudici, in un simile caso, per andare esenti da responsabilità bisognerà provare, ad esempio, che il pedone si sia buttato in strada senza controllare che sopraggiungesse alcun veicolo. Il conducente potrà così dimostrare che, a prescindere dalla scarsa visibilità dovuta ai raggi solari, non avrebbe comunque potuto frenare in tempo. Negli altri casi, invece, verrà considerato pienamente responsabile e dovrà affrontare, oltre alle conseguenze civili, un procedimento penale, ed eventualmente, la reclusione.
Per poter evitare un simile epilogo bisogna mantenere un livello di attenzione estremamente alto. E, in caso di fattori che deviano l’attenzione, come un’ape che entra nell’abitacolo dell’autovettura o un attacco improvviso di starnuti, il conducente dovrà interrompere quanto prima la marcia e attendere che cessi la situazione di pericolo. È infatti il guidatore a dover garantire che la circolazione avvenga in sicurezza, e per tale ragione, la legge gli impone tutta una serie di doveri volti a prevenire i diversi pericoli.
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