Il Codice della Strada non si occupa solo di disciplinare i comportamenti dei conducenti dei veicoli durante la circolazione stradale. Ad esempio, vietando il passaggio dei veicoli con il semaforo rosso, prevedendo pesanti sanzioni in caso di infrazione. Infatti, pone tutta una serie di norme di tipo organizzativo che riguardano le limitazioni alla circolazione.
Ad esempio, l’articolo 7 prevede che i Comuni, nei centri abitati, possono limitare la circolazione di tutte le tipologie di veicoli. Questo, ad esempio per la prevenzione degli inquinati e a tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale. I Comuni possono stabilire le precedenze su determinate strade, o in certe intersezioni quando lo richiedano l’intensità o la sicurezza del traffico. Possono stabilire quali aree sono destinate al parcheggio dei veicoli. Decidono anche, attraverso delibera del Consiglio comunale, quali parcheggi sono a pagamento. I Comuni decidono anche se riservare alcune strade alla circolazione dei veicoli adibiti a servizi di pubblico trasporto o pubblica utilità. Sono le c.d. corsie preferenziali.
Le regole
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Infine, la lettera i ter del comma 1 dell’articolo 7 prevede che i Comuni possono autorizzare i velocipedi (veicoli a propulsione muscolare) a transitare sulle corsie preferenziali. Ora, il Codice della Strada prevede una multa da 83 a 332 euro se un conducente di un veicolo a motore circola su di una corsia preferenziale. Ad esempio, capita spesso che le corsie preferenziali siano libere e automobili, oppure più spesso, motocicli le utilizzino per superare il traffico.
Sul punto è intervenuta una sentenza molto interessante della Corte di Cassazione, 16801 del 2022. Con questo provvedimento i giudici spiegano che non rischia più la multa fino a 332 euro il conducente del motociclo che utilizza la corsia preferenziale. Infatti, la Corte spiega che l’articolo 7 vuole evitare che sulle corsie preferenziali circolino dei veicoli che possano intralciare il lavoro dei mezzi pubblici.
Non rischia più la multa fino a 332 euro il conducente del veicolo che tiene questo comportamento comune prima vietato dal Codice della Strada
I giudici continuano spiegando, però, che questo non è il caso dei motocicli. Infatti, per loro natura più agili e dalle dimensione ridotte, non sono capaci di intralciare il traffico nelle corsie preferenziali. Dunque, il divieto di utilizzare le corsie preferenziali rimane, soprattutto per le automobili private, per tutti i veicoli tranne appunto i motocicli. È la stessa giurisprudenza che ammette la possibilità che questi transitino sulle corsie preferenziali. Eventuali multe e sanzioni dell’Autorità amministrativa possono essere annullate dai conducenti dei motocicli semplicemente con l’impugnazione al giudice.
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