Al decesso di una persona i suoi eredi subentrano tanto nei beni attivi del defunto che nei beni passivi. In pratica, accettando l’eredità si ha diritto ai soldi che il defunto aveva da parte, ai beni immobili intestati sempre al deceduto, ma anche ai suoi eventuali debiti. E il caso più comune di debiti di una persona è quello delle cartelle esattoriali. Anche queste finiscono nel cosiddetto passivo ereditario e gli eredi, in base alle norme generali, sono tenuti a pagare. Ma non sempre le norme generali si applicano e ci sono alcune deroghe e limitazioni che la Legge offre a chi eredita debiti.
Non pagheranno le sanzioni sulle cartelle esattoriali gli eredi di un defunto ma le tasse evase vanno pagate
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Le cartelle esattoriali possono riguardare diverse tasse e tributi, ma anche multe per infrazioni al Codice della Strada. La trafila burocratica relativa alle cartelle esattoriali è nota a tutti. Si parte con la tassa evasa che sollecito dopo sollecito sale di importo e aumenta attraverso sanzioni ed interessi. Dal momento che la tassa evasa finisce nelle mani dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (e una volta ad Equitalia), si riparte con tutto l’iter dei solleciti e delle imposizioni di pagamento. Ed anche in questo caso si caricano interessi e spese annesse.
Quando il debitore muore, la pendenza, cioè la cartella o le cartelle, finiscono agli eredi così come i soldi che il defunto aveva sul conto corrente per esempio. Tutti gli eredi sono obbligati in solido sulle cartelle del defunto, così come sono in solido i beneficiari dei lasciti attivi del defunto. Ma le cartelle esattoriali non vanno pagate per intero, perché le sanzioni non possono essere caricate sugli eredi. Questo dice la Legge e questo è l’orientamento della stragrande maggioranza delle sentenze di vari Tribunali.
Le cartelle sopraggiunte dopo l’accettazione dell’eredità
Prima di andare a pagare una cartella esattoriale arrivata dopo la morte di una persona meglio controllare di cosa si tratta e tutta la storia che c’è dietro il debito del defunto. E questa operazione non è certo una cosa facile. Infatti la morte spesso è imprevedibile e sono poche le famiglie che sanno bene quali siano le pendenze di un proprio parente.
Bisogna andare all’Agenzia delle Entrate Riscossione, muniti di delega per recuperare l’estratto di ruolo di un proprio caro per verificare tutte le cartelle pendenti. Una operazione che non si può fare più dopo la morte del parente. In altri termini, è assai probabile che della presenza di questi debiti gli eredi se ne rendano conto solo all’arrivo della cartella stessa.
Il tributo evaso, che può essere l’IRPEF o l’IVA, l’IMU o la tassa sui rifiuti, ricade sugli eredi, che però devono chiedere all’Agenzia delle Entrate la cancellazione delle sanzioni. Da notare che le sanzioni sono di carattere personale e non passano dal defunto agli eredi. Non pagheranno le sanzioni sulle cartelle esattoriali, ma i debiti tributari viaggiano su un binario a parte. E agli eredi viene caricato l’onere di comunicare all’Agenzia delle Entrate i nuovi indirizzi a cui inviare le comunicazioni.
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