Non pagherà le tasse chi provvede a chiudere i conti con l’INPS prima del 31 dicembre 2022 ricevendo i codici dall’Istituto

ANF INPS indennità

Ormai, la campagna delle dichiarazioni dei redditi è entrata nel vivo. I contribuenti italiani iniziano a pagare l’IRPEF dovuta per l’anno d’imposta 2021. Pagare le tasse è un obbligo, oltre che un dovere morale. Ci sono casi, però, in cui si rischia di pagare più del dovuto o magari, addirittura tasse che non sarebbero dovute. Con un minimo di attenzione, però, anche sulle dichiarazioni dei redditi, i contribuenti potrebbero tranquillamente e lecitamente evitare di subire un autentico salasso.

Non pagherà le tasse chi provvede a chiudere i conti con l’INPS prima del 31 dicembre 2022 ricevendo i codici dall’Istituto

Che siano le pensioni piuttosto che i ratei di disoccupazione, o qualsiasi altra somma erogata dall’INPS, poco cambia. Non è raro, infatti, il caso di contribuenti che ricevono dall’Istituto somme in più di quelle che avrebbero dovuto percepire. In questo caso si tratta di somme da restituire all’INPS. Se l’interessato non provvede, i rischi sono tanti anche a livello fiscale. Infatti, anche sulle somme indebitamente percepite da un contribuente, quest’ultimo deve pagare le tasse.

Questo a prescindere dal fatto che le somme siano effettivamente non spettanti. Ma c’è un modo per evitare questo disguido. Con il contribuente che deve adoperarsi per mettere a posto la situazione ed evitare la beffa di dover pagare le tasse su soldi non propri.

Le somme indebite e la loro tassazione

Quando un contribuente italiano riceve dall’INPS soldi non spettanti, prima li restituisce meglio è. In primo luogo perché si tratta di soldi non propri. In secondo luogo perché si rischia anche una beffa. Fermo restando il fatto che prima o poi i soldi non spettanti il contribuente dovrà restituirli all’INPS, infatti, nel presente si dovranno anche versare le tasse. In questo il collegamento con la dichiarazione dei redditi è lampante. A prescindere dalla motivazione di un versamento all’INPS, tranne che per i casi di prestazioni assistenziali, l’istituto opera come un sostituto di imposta qualsiasi. Come tale, emette la CU, acronimo di Certificazione unica. Un tipico esempio si ha con l’indennità per disoccupati.

Per la NASPI non è raro che l’INPS, per errore, invii soldi anche per le mensilità in cui il beneficiario ha trovato lavoro. In questo caso la NASPI va restituita. Altrimenti, finisce dentro la CU come se i soldi fossero davvero appannaggio del contribuente. Una situazione assai comune, e spesso non per colpa dell’INPS. Il contribuente che omette di comunicare all’INPS l’avvio di altra attività, con conseguente chiusura dello status di disoccupato, è il caso più comune.

Anche la pensione ha lo stesso meccanismo. Chi ha ricevuto una somma in più da parte dell’INPS, e naturalmente chi se ne rende conto, dovrebbe provvedere immediatamente a inoltrare la comunicazione all’INPS. Una richiesta con cui l’interessato chiede all’INPS i codici utili a effettuare il bonifico per la restituzione.

Entro la fine dell’anno

Se finisce l’anno in cui si incassano i soldi (come per esempio se si arriva al 31 dicembre 2022) senza restituire queste somme, l’INPS non potrà fare altro che inserire le somme percepite nelle certificazioni uniche dell’anno successivo. In quel caso resterà poco o niente da fare per il contribuente che sarà costretto a indicare anche quelle somme nella dichiarazione dei redditi e su cui pagherà le tasse. Per contro non pagherà le tasse chi provvede a questo adempimento.

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