Negli Stati Uniti chi non riesce a pagare i propri debiti può finire in carcere. In Italia questa spiacevole conseguenza, in genere, non è contemplata. Questo perché una vecchia norma ormai è stata abrogata.
Si tratta di quella norma che andava in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione.
Infatti, in passato, anche in Italia chi non poteva pagare la sanzione pecuniaria relativa a un reato commesso, o qualsiasi altra multa, vedeva commutare la sua pena in detenzione. Una norma che penalizzava i poveri, discriminandoli in maniera non consona alla carta costituzionale.
Ciò non vuol dire che non ci siano rischi di questo tipo anche in Italia. Ma occorre rendersi colpevoli di alcuni comportamenti deplorevoli.
Non pagare i debiti diventa reato in queste situazioni anche se sono debiti del padre
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Ciò a cui vanno incontro coloro i quali non pagano i debiti, sia di natura fiscale, che quelli provenienti da sentenze per reati di vario genere, sfociano nell’ambito civile. Di conseguenza, si può finire nella morsa dei pignoramenti e delle confische, del sequestro dei beni e dei fermi amministrativi.
Sanzioni che, evidentemente, per chi non possiede nulla (i nullatenenti) non possono essere portate a compimento da parte degli organi accertatori.
Ci sono casi, però, in cui il mancato pagamento di alcuni obblighi sfocia in autentici reati assoggettabili al codice penale. Un tipico esempio è quello di insolvenza fraudolenta.
In pratica, sottraendo beni al fisco o ai creditori in maniera fraudolenta, si rischiano condanne penali.
Cos’è l’insolvenza fraudolenta
Non è raro incorrere in quella che viene definita insolvenza fraudolenta. Per esempio basta chiedere un finanziamento, mostrando delle buste paga, nonostante la settimana prima il diretto interessato abbia ricevuto un preavviso di licenziamento. In questo caso l’interessato froda la controparte, cioè la società che dovrebbe liquidare il finanziamento. Di fatto, nasconde alla controparte la circostanza che presto perderà il lavoro e la sua busta paga.
Una busta paga è il documento con cui l’interessato dimostra di essere solvibile, ovvero capace di provvedere a pagare il debito. In questo caso è fraudolento il metodo utilizzato dal contribuente.
Anche i contribuenti che fanno sparire beni di proprietà alla luce del pericolo di subire pignoramenti e confische commettono un ipotetico reato. Molti contribuenti che hanno debiti con il Fisco, nello specifico per IRPEF o IVA, adottano questa soluzione che però è vietata dalla legge.
Se i debiti sono in misura superiore a 50.000 euro, è fatto divieto per l’indebitato far sparire i beni. E non sono pochi quelli che adottano questa via, cioè che donano a parenti, amici o vendono a prestanomi i loro beni in concomitanza con la contrazione di questo genere di debiti.
In questo caso il contribuente commette il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Non pagare i debiti diventa reato molto più spesso di quello che si può immaginare. E questo vale sia per debiti propri, che eventualmente per debiti di natura ereditaria. Infatti una volta che i debiti passano, per esempio, dal padre al figlio, questi diventano completamente in capo all’erede. Con tutte le conseguenze del caso.
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