Anche la mente invecchia e perde molte delle sue abilità con l’avvicinarsi dell’età anziana. Ma per quanto non si possa evitare il naturale declino neuronale è possibile intervenire per non accelerare la corsa verso dimenticanze e deficit cognitivi. Non per tutti infatti il calo delle prestazioni intellettive avviene in modo uniforme e graduale. Non a caso almeno “5 sintomi a 45 anni indicano che il cervello sta andando incontro alla demenza” e che fatica a memorizzare. Fortunatamente in molti casi è possibile ritardare il fisiologico cambiamento e deterioramento della mente adottando uno stile di vita diverso e più salutare. E ciò perché non la vecchiaia ma questi 5 avversari del cervello causano demenza e perdita di memoria anche prima della terza età.
Quando capita di avere dimenticanze e difficoltà a memorizzare nuove informazioni anche a 40/50 anni si preferisce attribuire la responsabilità unicamente allo stress. Ma occorre considerare che ad esempio “oltre alla stanchezza mentale questi 7 farmaci spengono cervello e memoria di giovani e anziani”. Pertanto conviene passare al vaglio più elementi e fattori che potrebbero avere un’incidenza negativa sulla salute cerebrale e che spesso vengono trascurati.
Non la vecchiaia ma questi 5 avversari del cervello causano demenza e perdita di memoria
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Uno dei peggiori nemici che aggredisce e indebolisce molto precocemente le funzionalità cognitive è proprio un eccesso di stress emotivo e professionale. Secondo i risultati di una ricerca sono i ritmi frenetici che molti soggetti devono sostenere quotidianamente ad accelerare l’invecchiamento e il decadimento neuronale.
Del resto gli studiosi avvertono che si è dinanzi ad un “cervello in tilt e rischio di ictus se si perde quest’abilità prima dei 60 anni”.
Altrettanto rapidamente si deteriorano le risorse cognitive di chi beve con costanza quantità considerevoli di alcool. Se le bevande alcoliche sono tossiche non è neanche salutare l’abitudine alla vita sedentaria poiché è proprio l’attività motoria a ringiovanire la mente. Anche una semplice camminata a passo sostenuto da svolgere almeno 3 o 4 volte a settimana arreca benefici alla plasticità del cervello e alla memoria procedurale. Inoltre, il sovrappeso e peggio ancora l’obesità contribuiscono a ridurre lo spessore della corteccia e il volume del cervello con conseguenze negative sulle funzioni cognitive. In ultimo ma non per questo meno rilevante interviene l’ultimo killer che i ricercatori individuano nel tabagismo. Forse stupirà sapere che anche poche sigarette al giorno causano un invecchiamento di circa 10 anni nel cervello dei fumatori rispetto a soggetti di pari età.