Attualmente, in molti Paesi, l’età media della popolazione tende a salire. Questo dato riflette un aumento dell’invecchiamento a scapito delle nuove nascite. Come afferma l’Alzheimer Desease International Report, nei prossimi 30 anni la popolazione affetta da demenza potrebbe addirittura triplicare. Per tale motivo molte ricerche si muovono verso tale direzione. Una review sistematica italo-svedese del 2019 ha passato in rassegna ben 39 studi confrontando i dati emersi dalle indagini su circa 58 mila arruolati. In ben 33 studi si pone l’attenzione su alcuni particolari azioni associate al declino cognitivo. Non la perdita di memoria ma questo movimento del corpo potrebbe essere il campanello d’allarme della demenza e vediamo di seguito di cosa si tratta.
Perché è importante individuare presto i segnali del decadimento cognitivo
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I movimenti del corpo possono nascondere dei segnali di cambiamento dei quali spesso si è inconsapevoli. È quanto accade nell’andatura della camminata secondo il parere degli studiosi che hanno individuato in questo fattore un possibile predittore della demenza.
Quando si parla di demenza, si indica un generale decadimento delle facoltà cognitive e mentali che si verifica spesso in età avanzata. Tuttavia, non si escludono forme piuttosto precoci i cui segnali possono manifestarsi già a 40 anni. La demenza fa parte di quelle malattie neurodegenerative che comportano una progressiva perdita di diverse facoltà mentali. L’Alzheimer, ad esempio, prevede una significativa perdita della memoria come elemento distintivo di tale condizione clinica.
Spesso accade che la diagnosi di demenza avvenga in uno stadio già piuttosto avanzato, quando il decadimento ha iniziato a compiersi già diversi anni prima. Per tale ragione l’impegno della ricerca nell’individuare dei segnali prodromici è teso a migliorare i tempi di diagnosi per renderla sempre più precoce.
Non la perdita di memoria ma questo movimento del corpo potrebbe essere il campanello d’allarme della demenza
Proprio nel tentativo di individuare i segnali precoci di una possibile demenza, il team di ricerca italo-svedese ha passato in rassegna i più recenti studi. I dati hanno rivelato che una possibile via di accesso all’individuazione di simili cambiamenti potrebbe trovarsi nell’andatura della camminata. I ricercatori hanno mostrato che la riduzione della velocità di camminata potrebbe indicare l’inizio di un declino cognitivo e di demenza. Dei 39 studi passati in rassegna, ben 33 di questi mostravano un accordo su tale indicatore. Secondo gli esperti un decadimento cognitivo potrebbe spesso coinvolgere le aree del controllo motorio del cervello.
Ecco perché in tale ottica lo studio propone di approfondire la ricerca sulla misurazione del rallentamento motorio. In tale maniera, affermano i ricercatori, si potrebbe inserire un nuovo tassello sulla conoscenza dei meccanismi che sono alla base del decadimento neuronale. In tale ottica, è importante svolgere anche un incessante lavoro sulla prevenzione. Ecco perché in un precedente articolo abbiamo illustrato 3 strategie per ossigenare il cervello e conservare una mente sana e forte.
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