Un recente studio inglese, che è stato anche pubblicato sulla rivista Heart, ha stabilito una cosa inquietante. Chi ha contratto il Covid, infatti, rischierebbe, nei primi 30 giorni dell’infezione, l’infarto. Così come l’insufficienza cardiaca.
I ricercatori inglesi, sulla base della loro indagine, hanno evidenziato un aumento del rischio cardiovascolare durante il primo mese dell’infezione contratta nei soggetti controllati. Con decessi che sarebbero più elevati, per queste cause, tra le persone contagiate. Rischio che, in ogni caso, resterebbe elevato anche nei mesi successivi. Insomma, una sorta di danno collaterale che si porterebbe in eredità, suo malgrado, chi ha preso il Covid.
Cosa fare per cercare di prevenire l’infarto
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Questi nuovi studi sull’infarto, insomma, ci obbligano a riflettere sul rischio che ognuno di noi potrebbe correre, considerando che è tra le prime cause di morte nel Mondo. E su quali strumenti lavorare per cercare, in qualche modo, di prevenirlo. Sappiamo che non è solo questione di peso. Qualche tempo fa, ad esempio, era circolato uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology.
Esso, in pratica, affermava come, nell’80 per cento dei casi, l’infarto si potesse prevenire con dei comportamenti virtuosi. Anche se a beneficiarne sarebbero soprattutto i maschi. Un gruppo di studiosi svedesi ha monitorato, per 11 anni, degli adulti compresi tra i 45 e i 79 anni. Ebbene, a parità di fattori di rischio, chi seguiva uno stile di vita corretto aveva meno possibilità di avere un infarto. Che, tradotto, significa seguire cinque comportamenti virtuosi. Occorrerebbe avere un sano peso corporeo, non fumare, ridurre gli alcolici, fare attività fisica, mangiare in modo salutare. Non a caso, sono tanti i podisti che iniziano a correre anche per la prevenzione cardiovascolare. Insomma, il rischio di infarto non è solo questione di peso.
Come prevenirlo con l’alimentazione
Come si vede, da questi nuovi studi sull’infarto emergono tutte cose di buon senso. Del resto, che il cibo aiuti nella prevenzione cardiovascolare non è un segreto. L’OMS ha affermato che 1/3 delle malattie cardiovascolari si potrebbe prevenire attraverso una corretta alimentazione. In pratica, dovremmo puntare su cibi che prevengano l’insorgere di colesterolo cattivo, aumento dei trigliceridi, ipertensione arteriosa. Patologie che potrebbero portare a infarto e ictus.
Ecco, allora, che sulla nostra tavola dovrebbero essere presenti la verdura a foglia verde, la frutta secca e fresca, il pesce azzurro. Non solo. Dovremmo mangiare cereali integrali, latte di soia, legumi. Bere caffè e tè, ma con moderazione, e sdoganare un bicchiere di vino rosso al giorno. Condire con aceto di mele e concedersi un pezzetto di cioccolato, purché fondente.
Non è solo questione di peso: come capire i sintomi dell’infarto in tempo
Poco sopra, abbiamo visto cosa dovrebbero fare i maschi per prevenire l’infarto, secondo lo studio svedese. Non è che per la donna i comportamenti cambino di molto, anche se, fino alla menopausa, sembra un avvenimento abbastanza raro. Eppure, purtroppo, i numeri sono cresciuti. Si potrebbe sottolineare come fumare sembrerebbe più pericoloso per una donna e quindi si dovrebbe sempre valutare la possibilità di smettere di farlo. Restano validi i consigli degli specialisti su cibo e attività fisica. Ed è fondamentale che ogni donna sappia quale debba essere il suo peso forma in base ad altezza ed età.
L’infarto miocardico, di solito, è accompagnato da determinati sintomi. Che, tra l’altro, possono durare giorni e saperli riconoscere potrebbe salvarci la vita. Ad esempio il classico dolore al petto, che non andrebbe mai trascurato. Così come la sensazione di avere il torace pesante o avere formicolio e dolore al braccio sinistro. Paradossalmente, anche il mal di schiena potrebbe essere un indicatore di un infarto in corso. Tra gli altri sintomi, affanno, tosse, sudore, vomito, nausea, testa che gira, difficoltà a respirare.
Nelle donne non sempre si registrerebbe il dolore al braccio o al petto. In ogni caso, se in dubbio, chiamare subito il 112.