Noi italiani lo sappiamo bene: mangiare non è soltanto nutrirsi. Non è solo assumere le calorie necessarie per svolgere le attività quotidiane. È cultura, tradizioni, socialità e famiglia. Ovviamente è anche gusto, sapore, profumo e vista. Tutti i sensi concorrono a farci venire l’acquolina in bocca e ci preparano ad assaporare il pasto.
Immaginiamo di passeggiare per le strade della città e di imbatterci casualmente in un viottolo. Qui veniamo travolti da un profumo di cornetti appena sfornati, pane fresco e una miriade di odori che ci fanno subito cercare con lo sguardo il forno da cui provengono. L’olfatto è uno dei cinque sensi ed è strettamente legato al senso del gusto. Ecco perché non è sempre colpa della gola se non dimagriamo perché a tradirci è anche e proprio questo senso.
L’olfatto e il gusto
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Uno degli effetti più noti e forse sottovalutati dell’infezione da Sars-CoV-2, è la perdita del gusto e dell’olfatto. In proposito abbiamo visto come recuperare definitivamente l’olfatto per chi l’ha perso con il Covid senza assumere farmaci. Gusto e olfatto non sono elementi accessori dell’organismo, ma sono fondamentali per poter sopravvivere. Immaginiamo di mangiare qualcosa di avariato oppure di aver lasciato il fornello del gas acceso: in entrambi i casi gusto e olfatto potrebbero salvarci la vita.
Secondo uno straordinario articolo appena pubblicato su Nature (Oleszkiewicz et al, 2021), focalizzarsi coscientemente sugli odori ne modifica la percezione olfattiva. Questo può avere un grande impatto in persone che hanno problemi di olfatto. Inoltre, anche l’ambiente circostante può stimolare il sistema olfattivo migliorandone, presumibilmente, la sensibilità.
Gli odori modificano i nostri comportamenti, sono legati ai nostri ricordi e ci permettono di interagire in maniera dinamica con l’ambiente.
Non è sempre colpa della gola se non dimagriamo perché a tradirci è anche questo senso
In un articolo sulla rivista Plos Biology (Shanahan LK et al, 2021) sono emerse importanti evidenze sull’influenza dell’olfatto nella nostra vita quotidiana.
I ricercatori hanno innanzitutto confermato un’evidenza nota a tutti: se sentiamo l’odore del cibo è più probabile che iniziamo a mangiare. Torniamo all’esempio del forno di cui abbiamo parlato in precedenza. Passando nel vicolo e annusando tutti i profumi del forno è probabile che decidiamo di entrare e comprare dei croissant (avendo pertanto un effetto negativo diretto sui nostri propositi per dimagrire e sulle nostre diete). Questa è la conferma di un’intuizione nota.
Nello studio però è dimostrato anche un altro aspetto importante. Immaginiamo per esempio di passare per quello stesso vicolo dopo aver mangiato un croissant (comprato poco prima). In questo caso il senso dell’olfatto verrà attenuato (non ci sentiremo travolti dai profumi) e noi non entreremo nel forno. Se invece di un croissant avessimo mangiato un piatto di pasta, ecco che il senso dell’olfatto sarebbe equiparabile al primo caso (non viene attenuato) e noi compreremmo il croissant.
In altre parole, l’olfatto regola ciò che mangiamo, ma vale anche il contrario. Se poco prima di annusare un particolare profumo, mangiassimo qualcosa legato a quel profumo (il croissant), avremo un effetto inibitorio sul senso dell’olfatto. Dal punto di vista evolutivo, potrebbe essere un meccanismo per costringere a diversificare la dieta anziché mangiare un solo tipo di alimento.
Ecco, perciò, come questi risultati siano direttamente collegati alle nostre diete, all’obesità e alle problematiche ad essa legate.