Giuseppe Conte ancora nel mirino. Eppure stava risalendo la china anche se molto lentamente e a fatica. E invece gli arriva la spada nel fianco. Diversi attivisti pentastellati hanno depositato un altro ricorso al Tribunale di Napoli. Chiedono l’annullamento delle nuove votazioni sullo Statuto del Movimento che è stato votato lo scorso 30 marzo. Secondo le dichiarazioni, veicolate tramite agenzie di stampa, gli attivisti auspicano un intervento «riparatorio» di Beppe Grillo. Questi, avrebbe dovuto agire in qualità di Garante. Invece, «da parte sua c’è stato il silenzio» hanno dichiarato alcuni dei ferventi pentastellati.
I ricorrenti contestano una presunta «conduzione autoreferenziale del M5S da parte di un manipolo di persone autoproclamatosi dirigenza». Ancora rivendicano di «dover difendere quei valori e quei principi nei quali, insieme a Gianroberto Casaleggio, abbiamo creduto. Valori in cui continuiamo a credere in questi anni e nei quali hanno creduto milioni di altri cittadini come noi».
Non c’è pace per il Movimento 5 Stelle, altro ricorso da parte degli attivisti che chiedono l’annullamento del nuovo voto
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In realtà, già nella nostra intervista al deputato pentastellato Generoso Maraia (in coda al pezzo), abbiamo letto tra le righe un malcelato malcontento rispetto alle recenti elezioni. Il riferimento è al voto tramite web che ha riconfermato Giuseppe Conte leader del Movimento. Il tutto in «risposta» alle motivazioni che avevano alimentato i precedenti ricorsi. Già nell’intervista, dunque, una certezza sull’unità del gruppo non l’abbiamo percepita. Quindi Giuseppe Conte oggi si ritrova di nuovo a dover attendere l’esito di un ricorso.
L’avvocato vira dritto
In verità, l’avvocato pare non aver accusato di molto il colpo. Almeno non lo dà a vedere preso, come dice, da altri impegni di natura politica. In primis il pensiero delle armi all’Ucraina cui sull’ultimo Decreto è stato posto il Segreto di Stato. Nelle varie interviste rilasciate negli ultimi giorni, Conte ha precisato di sostenere l’Ucraina ma di essere contrario ad un’escalation militare. In particolare, è contrario all’invio di Carri armati e armi «letali».
Non c’è pace per il Movimento 5 Stelle. Per l’ex premier sono tempi duri e non c’è pace per il Movimento che comunque riaccende la divisione interna tra chi è con Conte e chi ricorre in Tribunale. Dall’esterno, rispetto alle Politiche 2023, che sono altra cosa rispetto ai voti tramite piattaforma, bisognerà vedere come ragioneranno gli italiani. Cioè come e cosa pensano di tutto quanto sta attraversando il Movimento. Non si esclude che questi attacchi interni, paradossalmente possono anche restituire un’immagine positiva di Conte. Per così dire vincente perché in grado di gestire le coltellate dei traditori.
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