Durante l’inverno spesso non c’è niente di meglio che un bel piatto di fagioli, caldo e nutriente. Se partiamo dai legumi secchi, però, il procedimento è piuttosto lungo. In particolare, questi devono passare attraverso la fase di ammollo e di cottura per raggiungere una consistenza cremosa. Nel primo caso, l’acqua serve ad ammorbidire i legumi ma anche ad eliminare le impurità. Quindi, non la possiamo riciclare per altri scopi, ma lo stesso non può dirsi dell’acqua che rimane dopo aver cucinato.
Non buttiamo assolutamente l’acqua di cottura di fagioli e legumi perché vale oro sia in cucina che in bagno. Infatti, ci sono diversi modi per riutilizzarla e alcuni sono davvero inaspettati.
Cosa perdiamo nell’acqua di cottura
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Durante la fase di bollitura di qualsiasi alimento, è normale perdere una parte dei nutrienti, che a volte si disperdono nell’acqua. Ne avevamo parlato quando abbiamo scoperto che esiste un metodo geniale nel bollire i carciofi che ci permette di non perdere potassio e vitamine B e K. In particolare, quando cuciniamo verdure e legumi nell’acqua, può verificarsi una perdita considerevole di vitamine e sali minerali. La quantità persa dipende da diversi fattori, fra cui i tempi di cottura, la freschezza dell’alimento e così via. Nel caso dei legumi, ferro, zinco e potassio potrebbero finire in gran parte dell’acqua di cottura che buttiamo via. Questo è un primo validissimo motivo per riciclarla, ma non è l’unico.
Non buttiamo assolutamente l’acqua di cottura di fagioli e legumi perché vale oro sia in cucina che in bagno
La prima cosa che possiamo fare è far sì che i fagioli stessi assorbano tutta l’acqua di cottura. Abbiamo spiegato come fare per evitare che i legumi diventino duri e meno ricchi di minerali.
L’acqua di cottura dei legumi è conosciuta anche come aquafaba, le cui proprietà sono state scoperte dall’ingegnere americano Goose Wohlt. Pare che questa possa essere un’alternativa agli albumi in un gran numero di preparazioni. Possiamo addirittura montare l’aquafaba per avere una consistenza più cremosa. Infatti, molte ricette vegane ricorrono proprio a questa alternativa vegetale e più leggera. Può risultare utile anche in caso di allergia alle uova.
Con l’aquafaba possiamo preparare creme, torte, biscotti e meringhe. Non solo, ma aggiungendo un po’ d’olio e montandola si può ottenere un composto simile al burro. Tanto che alcuni la utilizzano anche per creare dei formaggi vegani.
Addirittura, se frulliamo 100 ml d’acqua dei ceci con un cucchiaino di senape e uno di aceto di mele, otteniamo una salsa piuttosto simile alla maionese.
Più semplicemente, però, l’acqua di cottura di fagioli e legumi è anche un addensante perfetto per zuppe, brodi, risotti e vellutate, essendo ricca di amidi. Un’astuzia è quella di congelare quest’acqua nei vassoietti del ghiaccio, per averla sempre a disposizione.
Infine, un rimedio della nonna prevede la bollitura dell’acqua filtrata, per poi unirla a un cucchiaio di sapone di Marsiglia e creare un efficace smacchiante e detersivo delicato.
L’acqua di cottura di diversi alimenti può avere altri utilizzi. Ad esempio, quella dei carciofi che potrebbe rivelarsi molto preziosa.