Non basta pagare le cartelle o il bollo auto per tornare a poter utilizzare liberamente la propria auto e si rischiano multe di oltre 3.000 euro 

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Le cartelle esattoriali possono riguardare tutte le più svariate tasse o imposte. Una cartella può riguardare l’IRPEF, il bollo auto, multe per infrazioni del Codice della Strada, l’IVA e così via. Ciò che molti sottovalutano è il fatto che una cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è un atto impositivo. In altri termini, è un atto esecutivo, perché è obbligatorio pagare se non si vogliono rischiare sanzioni e multe o addirittura, provvedimenti più pesanti come sequestri, confische e fermi amministrativi dei veicoli. Soprattutto per le ganasce fiscali sulle auto, una volta applicate su una auto, i rischi continuano anche dopo aver saldato il debito.

Non basta pagare le cartelle o il bollo auto per tornare a poter utilizzare liberamente la propria auto e si rischiano multe di oltre 3.000 euro

Il fermo amministrativo, altrimenti detto ganasce fiscali, può essere definito il principale strumento di esecuzione forzata dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Con questo provvedimento sui veicoli intestati ad un soggetto indebitato con il Fisco, il concessionario alla riscossione spinge il debitore a saldare le cartelle. Una auto gravata da fermo amministrativo, non può essere utilizzata in nessun caso. Anche se resta in possesso del legittimo proprietario, l’auto non andrebbe utilizzata. Le sanzioni per chi circola con una auto assoggettata a fermo amministrativo sono elevate.

Chiunque circola con un veicolo sottoposto al fermo amministrativo, è assoggettato alla sanzione amministrativa tra 770 e 3.086 oltre che alla confisca del veicolo. Sono questi i dettami del Codice della Strada. Una volta che il provvedimento di fermo amministrativo ha colpito un veicolo, può essere tolto solo dopo aver risolto la situazione debitoria pendente. Infatti anche iniziando a pagare eventuali rate da un piano dilazionatorio ricevuto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, il fermo si sblocca solo dopo l’ultima rata.

Cosa accade una volta applicato il fermo amministrativo

Prima dell’avvento della digitalizzazione piena, per eliminare il fermo occorreva andare al PRA a richiedere la cancellazione. Una procedura a prova di errore quella vecchia, anche se meno semplice di quella attuale. Infatti dal 1°gennaio 2020, tutti i fermi successivi a tale data, dovrebbero venire cancellati in automatico.

Una procedura telematica con l’incrocio delle banche dati. In altri termini, una volta pagato tutto il debito da dove il fermo scaturisce, quest’ultimo è cancellato d’ufficio. Ma la semplificazione spesso espone a problemi e inconvenienti, perché non basta pagare le cartelle. Infatti, in caso di imprevisti, è facile che ad un posto di blocco il veicolo risulti ancora con le ganasce fiscali. E il conducente rischia di incorrere nelle sanzioni prima descritte anche se ha pagato effettivamente i debiti. Il suggerimento è di effettuare, a pochi giorni di distanza dal pagamento delle cartelle, una visura al PRA.

La visura di una auto rappresenta la sua storia completa, con tutti i passaggi di proprietà avuti, con eventuali modifiche del libretto di circolazione e con eventuali fermi imposti. La visura costa in genere 6 euro e non è necessario andare presso gli uffici del PRA. Sono diversi i siti che offrono la possibilità di ottenere la visura da casa. Il sito dell’ACI ha il servizio Visurenet che permette proprio di avere il polso della situazione dei veicoli. Altri siti offrono il medesimo servizio ma a pagamento, alla pari delle agenzie di pratiche automobilistiche.

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KW: Non basta pagare le cartelle

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