Non andrà in pensione anticipata chi nell’estratto conto INPS ha questi contributi inutili

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Andare in pensione è il sogno di molti lavoratori. A prescindere dal lavoro svolto, la pensione è vista da molti come il traguardo finale di una carriera fatta di sacrifici e impegni. Nel momento in cui un lavoratore deve serrare i ranghi per verificare se ha i requisiti adatti per una qualsiasi delle misure previdenziali previste dal nostro ordinamento, non mancano sorprese sia positive che negative. C’è chi sorprendentemente si ritrova a poter lasciare il lavoro con le pensioni anticipate e nemmeno lo sapeva. Ma c’è anche chi credeva di avere i requisiti per lasciare il lavoro, ma invece si trova con una carriera non idonea ad una determinata misura previdenziale. È il caso di chi ha determinati contributi che considerava validi per una misura previdenziale e invece non lo sono. E di questo ci si rende conto solo in sede di domanda certificativa all’INPS.

Non andrà in pensione anticipata chi nell’estratto conto INPS ha questi contributi inutili

Ad esclusione della pensione di vecchiaia ordinaria, che si centra comunemente a 67 anni di età, per ogni misura previdenziale anticipata, il passaggio fondamentale è la domanda di certificazione del diritto. Si tratta di una domanda da presentare all’INPS e propedeutica della successiva domanda di pensione vera e propria. In altri termini è la domanda con cui si chiede all’INPS di certificare il proprio diritto ad una determinata misura. Ed è in questa circostanza che c’è chi sbatte con l’amara realtà dell’assenza di requisiti. Prima di lasciare il lavoro, adempimento obbligatorio per molte misure previdenziali, il passaggio fondamentale è proprio la domanda di certificazione del requisito.

Perché spesso determinati contributi non sono utili alle pensioni

I contributi figurativi in genere sono validi sia per il diritto che per la misura della pensione. In pratica, valgono sia per il calcolo della prestazione che per raggiungere i requisiti idonei a lasciare il lavoro. Per la pensione anticipata però, non valgono più di 7 anni e 10 mesi di contributi figurativi da disoccupazione o malattia. Infatti dei 42 anni e 10 mesi di contributi versati per la pensione anticipata degli uomini, 35 anni devono essere effettivi. È naturale che per le donne, essendo fissato a 41 anni e 10 mesi il tetto, i figurativi da disoccupazione e malattia utili possono essere massimo 6 anni e 10 mesi.

Lo stesso vale per i precoci e per la loro Quota 41. Bastano 41 anni di versamenti previdenziali per i precoci, ma almeno 35 devono essere sempre effettivi. Tornando alle pensioni anticipate, dobbiamo ricordare che il lavoratore che è privo di contributi al 31 dicembre 1992, non potrà sfruttare periodi più lunghi di 5 anni di contribuzione figurativa totale. In questa rientrano oltre a malattia e disoccupazione, anche servizio militare, cassa integrazione e maternità per esempio. Non andrà in pensione anticipata il lavoratore che non rispetta questo parametro aggiuntivo che non vale per chi ha iniziato a lavorare prima.

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