Giornata intensa quella di ieri in quel di Palazzo Chigi. A margine dell’approvazione del DEF (Documento di Economia e Finanza), ha tenuto banco l’espressione del Premier. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha rivolto ai suoi una domanda provocatoria che fa ben intendere la posizione che intende seguire. Ha chiesto ai suoi se preferiscono il gas o la Pace. A dire quindi che l’Italia, è disposta a sposare ogni altra iniziativa europea volta a sanzionare la Russia. Non più parole ma sanzioni serie e quindi l’interruzione dell’import di gas. Un taglio importante per le casse di Mosca e un disagio considerevole per un Paese come l’Italia che dipende per il 40% del fabbisogno interno proprio dal Cremlino.
La posizione del PD
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Della stessa opinione Enrico Letta, segretario del PD che già nella mattinata di ieri ha iniziato a sentenziare la prossima mossa. Sebbene al momento nulla è stato deciso nero su bianco, le intenzioni prossime sono queste. Per Enrico Letta tagliare il gas russo sarebbe l’unico modo per indebolire fortemente l’ex Unione Sovietica e accelerare così i tempi della fine della guerra.
No gas no guerra, ne sono convinti il Premier Draghi e il segretario dem Letta mentre FI fa spallucce
Diversa invece la posizione di Forza Italia. Tentenna e fa spallucce perché pensa ai disagi per famiglie e imprese, senza poi considerare la previsione di tensioni che possono arrivare dal Nord Africa e dai Paesi MENA. Ne è convinto Antonio Tajani che ieri sera, ospite della trasmissione «Contro Corrente» in onda su Rete 4, ha espresso le sue perplessità. Il senso del suo proferire è sintetizzabile con un esempio concreto. Se togliamo l’aria condizionata a quanti vivono in un casolare e possono anche scegliere di lavorare all’ombra di un cipresso, poco male.
Diverso è il caso di tutti i residenti metropolitani che da giugno a fine agosto combattono contro temperature da bollino rosso, stipati in appartamenti. Si può resistere un poco in nome della Pace, ammesso che serva, ma poi molti potrebbero prendere scrivania e pc e spostarsi per le strade per cercare disperatamente un filo d’aria.
Il punto, oltre ogni considerazione, è capire se tagliare il gas possa realmente portare alla Pace. Perché se ne fossimo certi, tutti faremmo volentieri il faticoso fioretto (atto di rinuncia) estivo e poi invernale. La sensazione è che Putin abbia potuto anzitempo mettere in conto anche questo e le armi che utilizza oggi le abbia preparate nel passato. Ci sono già. Probabilmente non vengono prodotte certo in questi giorni.
Bruxelles decide, l’Italia ascolta
Ad ogni modo il Premier, che ha anche invitato all’unità, ha fatto intendere che l’Italia si allineerà ad ogni eventuale decisione di Bruxelles. Quindi se sarà deciso di rinunciare al gas, lo faremo. Come già deciso e operato per il contributo italiano alla fornitura di armi all’Ucraina.
No gas no guerra, ne sono convinti il Premier Draghi e il segretario dem Letta mentre FI fa spallucce. E lo stesso FI pensa alle possibili tensioni interne al Paese che ne possono derivare. A questo si aggiunge la possibilità, non remota, di nuovi flussi migratori da Paesi sottosviluppati, colpiti anche dalle carenze di grano.
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