No al Golden Power sull’OPS Monte dei Paschi di Siena-Mediobanca: primo passo per la nascita di un nuovo colosso?

No al Golden Power sull'OPS Monte dei Paschi di Siena-Mediobanca: primo passo per la nascita di un nuovo colosso?

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di non esercitare il Golden Power sull’OPS (Offerta d Pubblico Scambio) presentata a gennaio da Monte dei Paschi di Siena sulla totalità delle azioni di Mediobanca. Il potere da parte da parte dell’Esecutivo è stato introdotto dal Decreto Legislativo n.21 del 15 marzo 2012 e prevede la possibilità di imporre specifiche condizioni e limitare o bloccare le operazioni legate ad attività cruciali per l’interesse nazionale.

Il via libera da parte del Consiglio dei Ministri ha determinato un’improvvisa impennata a Piazza Affari, con il titolo MPS che sta registrando un rialzo superiore al 2%. Per il giorno 17 aprile, è attesa la riunione degli azionisti dell’Istituto di credito, per decidere sull’aumento di capitale da destinare all’operazione. Le attuali condizioni potrebbero far sperare in un voto favorevole.

OPS Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca: le caratteristiche

Nel dettaglio, il 24 gennaio 2025, Monte dei Paschi di Siena ha annunciato un’OPS sulle azioni di Mediobanca, con lo scopo di creare un gruppo bancario con più di 6 milioni di clienti, capace di offrire servizi di elevata qualità, grazie alle conoscenze nei settori della consulenza e della gestione del risparmio dei due istituti di credito.

OPS Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca: le caratteristiche

OPS Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca: le caratteristiche [foto @Piotr Swat/ Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

Il CDA di Mediobanca ha respinto l’offerta, considerandola “ostile” e ritenendola dannosa per gli azionisti. La Banca Centrale Europea, tuttavia, ha approvato l’OPS, perché legittima. Ma cosa ci si aspetta dal voto sull’aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena per l’OPS (che attualmente è fissata a 13,3 miliardi di euro)?

Grande attesa per il voto del 17 aprile: chi vota sì e chi no?

L’esito del voto del prossimo 17 aprile è tutt’altro che scontato e cambierà a seconda delle scelte dell’asse Banco Bpm-Anima, che detengono rispettivamente il 5% e il 3,9%, e dei grandi fondi. Il gruppo Caltagirone detiene più del 9% delle azioni. Parere favorevole dovrebbe arrivare anche dagli investitori stranieri, come Norges Bank, che ha il 2,6% di MPS. Pimco (Pacific Investment Management Co), che possiede l’1,5% di MPS, sarebbe favorevole all’aumento. L’appoggio si aggiungerebbe a quello già certo di Algebris, che detiene circa l’1% del capitale. Si attende, poi, il sì del fondo pensioni Calstrs, che ha lo 0,9%.

Anche il Ministero dell’Economia e della Finanze, che detiene l’11,7%, si è dichiarato favorevole alla partecipazione, così come le fondazioni bancarie, che hanno meno dell’1,5%, e le casse di previdenza. Nel dettaglio, Enpam ed Enasarco insieme hanno quasi il 5%. Il MEF, insieme a Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, invece, deterrebbe il 30% del capitale della banca senese.

Con molta probabilità, voterà contro l’aumento Cpp Investments, il fondo canadese che, fino all’ultima assemblea di MPS deteneva lo 0,7%, ma che oggi avrebbe soltanto lo 0,01%. Parere contrario dovrebbe arrivare anche da altri fondi statunitensi con quote minori, come New York City Controller, Sba Florida e Calvert.

Per la buona riuscita dell’operazione, sarà necessario il voto favorevole di almeno due terzi del capitale presente. Per martedì 15 aprile, si attende la discussione presso il CDA di Banco Bpm. Se l’Istituto milanese deciderà di appoggiare Monte dei Paschi di Siena, ci sarà davvero l’occasione per la costruzione del terzo polo bancario italiano. Ulteriori sviluppi, infine, potrebbero aversi nel caso in cui l’OPS di Unicredit su Banco Bpm dovesse fallire.

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