All’apertura della successione è possibile individuare i familiari o le persone che rientrano nel ventaglio dei cosiddetti chiamati all’eredità. Si tratta di quei soggetti ai quali spetta una parte del patrimonio lasciato dal defunto e che costituisce materia di accettazione o rinuncia. Laddove il chiamato provveda ad accettare l’eredità, allora egli dovrà assolvere anche ad alcuni obblighi tributari e fiscali.
Un esempio riguarda proprio la presentazione della successione e il relativo pagamento dell’imposta sulla stessa. In simili circostanze è utile sapere che esistono delle soglie che prevedono un esonero dal pagamento. Niente tassa di successione ai parenti stretti se l’eredità ha un importo inferiore a queste franchigie per l’Agenzia delle Entrate. Di seguito vediamo quali sono i valori e per quali parenti vale la regola.
Come funziona la successione dell’eredità
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La presentazione della successione è un atto che ricorre al momento del decesso di una persona cara. Esso è disciplinato dal Testo Unico del 31 ottobre 1990 n. 346 sull’imposta di successione e donazioni. Sebbene vi siano dei termini piuttosto ampi per presentare la dichiarazione, essa rappresenta comunque un obbligo per alcuni eredi.
In un precedente articolo abbiamo infatti spiegato che succede se gli eredi non fanno la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate. Un’eccezione che il Fisco ammette a tale obbligo riguarda dei casi particolari in cui si presentano tre determinati requisiti contestualmente. In simili circostanze i familiari possono beneficiare dell’esonero sulla presentazione. Secondo quanto prevede l’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262/2006, il valore dell’imposta si calcola al superamento delle franchigie in taluni casi.
Niente tassa di successione ai parenti stretti se l’eredità ha un importo inferiore a queste franchigie per l’Agenzia delle Entrate
Quando si parla di aliquote a franchigie per la successione è utile definire cosa si intende con questi termini. L’aliquota è la percentuale che si applica al calcolo dell’imposta e che assume valori differenti in base al grado di parentela con il defunto.
La franchigia invece descrive la soglia ascrivibile al valore dell’eredità entro la quale non si paga alcuna imposta. Ciò significa che quando l’eredità non va oltre tale importo, non scatta alcun obbligo sul pagamento. In base a quanto prevede la vigente normativa, esistono diverse franchigie per la successione. I trasferimenti ai parenti in linea retta, ascendenti e discendenti, e al coniuge godono di una franchigia pari a 1 milione di euro per ciascun beneficiario. Generalmente si tratta della moglie o marito, dei figli o dei genitori del defunto. A questi familiari si applica l’aliquota del 4% sulla parte eccedente la franchigia appena indicata. Il valore della franchigia scende a centomila euro se i trasferimenti avvengono in favore di fratelli o sorelle del defunto. In questi casi, l’aliquota spettante è pari al 6% e si applica alla quota di eredità che eccede la franchigia suddetta.
Approfondimento
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