Niente pensione a chi ha debiti con l’INPS e non si trova in queste condizioni con i contributi accumulati

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Cosa accade al lavoratore che ha debiti con l’INPS nel momento in cui vuole andare in pensione è un quesito abbastanza comune. C’è chi ha debiti strettamente collegati alle pensioni, cioè debiti sui contributi propri. E c’è chi invece ha debiti con l’INPS di altra natura, magari per mancata regolarizzazione della badante o della collaboratrice domestica. E poi, ci sono  quelli che non hanno restituito all’Istituto somme indebitamente percepite. Avere pendenze con l’INPS non è certo una cosa buona. Debiti che possono finire con il ledere il diritto alla pensione, ma non sempre. Infatti molte colte queste pendenze finiscono con l’essere solo, penalizzanti sugli assegni.

Niente pensione a chi ha debiti con l’INPS e non si trova in queste condizioni con i contributi accumulati

Nessun rischio per chi deve andare in pensione ed ha a suo carico dei debiti con l’INPS. Se l’argomento è il diritto alla pensione, il più delle volte i debiti non contano. A 67 anni la pensione di vecchiaia non è a rischio nonostante la presenza di debiti con l’Istituto previdenziale. A prescindere dalla natura di questi debiti, l’INPS è tenuto a liquidare lo stesso la pensione. Semmai, i problemi arrivano dopo. Con una pensione liquidata, il debitore diventa solvibile e attaccabile. L’assegno di pensione è l’introito certo che è possibile attaccare nel momento in cui si chiederà il rientro del debito. Quindi, anche con debiti nei confronti dell’INPS la pensione una volta raggiunti i requisiti spetta comunque.

Tra pignoramenti e necessità contributive

Non sempre il diritto alla pensione è garantito. In caso di debiti contributivi con l’INPS, un contribuente può trovarsi in due condizioni. La prima è quella in cui i contributi non versati non servono per la pensione. Se il diritto alla quiescenza è completato comunque, la pensione è liquidata lo stesso. Diverso il caso invece, di contributi omessi che servono per andare in pensione, essendo necessari per completare i requisiti richiesti. Contributi utili per esempio, per raggiungere i 20 anni previsti per la quiescenza di vecchiaia. In questo caso per poter accedere alla pensione è necessario versare quanto non è stato versato in precedenza. Senza questo passaggio, niente pensione a chi ha debiti con l’INPS. Queste pendenze però, prima o poi il contribuente dovrà sanarle e pagarle. E se l’Istituto non ha alternative per recuperare, lo farà con trattenute sulle pensioni future percepite dal contribuente indebitato. Naturalmente, in base alle regole sul pignoramento presso terzi, sul quinto e sul minimo vitale. In definitiva, i debiti con l’Istituto incidono, a volte e non sempre sul diritto alla pensione, ma senza eccezioni sugli assegni futuri come importo.

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