Le Poste Italiane aumentano l’offerta dei Buoni fruttiferi e lanciano un nuovo strumento rivolto a chi ha un orizzonte temporale di lungo periodo. Il Buono 5×5 può arrivare fino a 25 anni di durata con rendimenti crescenti mettendosi in diretta concorrenza con i titoli di Stato. Il risparmiatore che vuole investire i sui risparmi con un orizzonte di lungo periodo, deve puntare sul nuovo Buono o su un BTP con scadenza tra 25 anni?
Il nuovo Buono fruttifero va a fare compagnia ai Buoni 3×4 e 4×4. Il Buono 3×4 ha una durata massima di 12 anni, quello 4×4 di 16 anni e quello 5×5 di 25 anni. Con questo strumento la Posta tenta di catturare l’attenzione degli investitori che hanno un orizzonte temporale di lungo periodo.
Nella sfida tra BTP e nuovo Buono postale 5×5 ecco chi vince con un rendimento del 50%
Indice dei contenuti
Chi vuole investire per uno, 2 o massimo 3 anni in massima sicurezza ha a disposizione diversi strumenti. Chi investe nel breve periodo può puntare su Buoni postali, conti di deposito e titoli di Stato, principalmente BTP, ovviamente con rendimenti molto diversi.
Per chi vuole investire a 20/25 anni in modo sicuro con la garanzia del rendimento, oggi dovrebbe rivolgersi ad un BTP con vita residua 25 anni. Oppure puntare sul nuovo Buono fruttifero postale. Il risparmiatore quale dei due dovrebbe scegliere?
Il rendimento non è l’unico fattore da tenere in considerazione
Partiamo dalle caratteristiche comuni. Sia il BTP che il Buono postale sono strumenti garantiti direttamente dal Governo ed offrono un rendimento certo se detenuti fino alla scadenza. Per entrambi la tassazione è identica, pari al 12,5% di ritenuta sulle plusvalenze ottenute.
L’investimento minimo però cambia. Per acquistare un BTP occorre investire almeno 1.000 euro nominali mentre il controvalore minimo per un Buono 5×5 è di 50 euro e multipli. Quindi con il Buono si può mettere a frutto mensilmente anche una piccola cifra pari a 50 euro per formare del risparmio nel tempo. Il BTP non permette questa operazione.
Altro fattore da tenere in considerazione è la possibilità del disinvestimento. Sia per il BTP che per il Buono si possono ritirare i soldi prima della scadenza. Ma il BTP paga le cedole una volta ogni 6 mesi, mentre il Buono ogni 5 anni. Inoltre il prezzo del BTP è soggetto ai movimenti del mercato. Chi compra un Buono del Tesoro Poliennale conosce il prezzo di acquisto ma non quello di vendita in caso di cessione prima della scadenza.
Ciò premesso, nella sfida tra BTP e nuovo Buono 5×5 chi vince in rendimento? Chi investe 1.000 euro nei due strumenti d’investimento quanto ricaverà a scadenza nel 2047? Chi investe 1.000 euro nel Buono ordinario a scadenza ricaverà 1.394 euro. Invece chi investe oggi a 106,6 centesimi, nel BTP scadenza nel marzo 2047 (ISIN: IT0005162828), quindi tra 25 anni, ricaverà circa 1.500 euro.
Approfondimento
Come investire 10.000 euro con un rendimento certo e sicuro alle Poste e quanto si può guadagnare