Nel Medioevo il boia non era l’unico lavoro ma tanti altri impensabili

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Siamo abituati a pensare al Medioevo come all’età buia in cui la vita umana valeva davvero poco. Tra guerre e carestie, crociate e invasioni, malattie e devastazioni, spesso la vita era davvero breve. Sempre che di vita si potesse parlare, visto che molti bambini non superavano nemmeno i giorni successivi alla nascita. Ma il Medioevo ci ha lasciato per fortuna tutta una serie di capolavori artistici e architettonici, di cui l’Italia vanta un patrimonio incredibile. E proprio legato al turismo nel nostro Paese c’è il capitolo lavoro. Siamo reduci da un’estate in cui le categorie di albergatori e ristoratori hanno faticato a trovare personale. Per questo vale la pena andare a vedere quale era il rapporto col lavoro durante il Medioevo e quali venivano considerati gli impieghi più disonorevoli. Magari organizzando proprio una gita in una location medievale da non perdere.

Dietro al mito del cavaliere c’era tutta una società

Sin da bambini siamo stati abituati a pensare al Medioevo come all’età dei cavalieri, con tanto di armatura scintillante e tenuta da parata. Non dimentichiamo però che erano davvero pochi i nobili che potevano permettersi questo lusso. Probabilmente proprio quello del guerriero di professione era uno dei pochi mestieri legati al sangue non considerato un disonore. Proprio il sangue era un distinguo importante per calcolare l’importanza della professione. Ecco perché il boia, che si macchiava del sangue del condannato, era per forza considerato il lavoratore meno invidiato. Ma, essendo legato alla giustizia, era fondamentale. E, attenzione che anche il chirurgo non era considerato alla stregua di oggi, proprio per le sue operazioni di taglio e amputazione. Andiamo a vedere quindi che nel Medioevo il boia non era l’unico lavoro misero ma ve ne erano tanti altri impensabili.

Tutti i mestieri legati al vizio

Letteratura e storia ci tramandano delle figure lavorative caratteristiche del Medioevo, come i giullari, i tavernieri e i gestori dei locali più frequentati. Ritenuti lavori utili, erano comunque inseriti nelle cosiddette professioni del vizio. Appartenevano a questa categoria anche i custodi dei bagni pubblici, lavoro che in certe città italiane esiste ancora. Tutti questi lavoratori così vicini ai vizi del bere, della sporcizia e della lussuria erano talmente impuri da essere considerati quasi dei reietti della società. A tal punto che veniva impedito loro di ricoprire eventuali cariche pubbliche e amministrative.

Nel Medioevo il boia non era l’unico lavoro considerato misero seppure indispensabile

Parlare di Medioevo e di mercanti è quasi una cosa sola. Anche i non appassionati di storia ricorderanno sicuramente i legami tra i commerci e le rotte orientali, da cui provenivano le merci per i nostri mercati. E fu così che mercanti e commercianti, e in seguito banchieri e usurai, fecero delle vere proprie fortune. Ricoprendo poi il nostro territorio di splendidi palazzi, castelli, ville e commissionando persino meravigliose opere d’arte ammirate ancora oggi. Solo dal Rinascimento in poi queste professioni divennero moralmente più accettate, legandosi poi nelle corporazioni, e diventando autentiche protagoniste delle nostre città, sfornando famiglie importantissime come furono ad esempio i Medici di Firenze.

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