Nel cuore del Salento e a metà strada tra Gallipoli e Porto Cesareo c’è un paradiso incontaminato incorniciato dai pini di Aleppo

Porto Selvaggio

Si fa presto a dire Salento mentre si fa fatica a dire dove. Gallipoli e Otranto, Torre dell’Orso e Torre Lapillo, Porto Cesareo e Porto Badisco, San Foca e Santa Cesarea Terme, le possibili destinazioni si sprecano. La Provincia del Tacco d’Italia è una polveriera di angoli di paradiso che meritano tutti di essere goduti e visitati.

Il parco naturale regionale di Porto Selvaggio

In questa sede presenteremo una località molto suggestiva che affaccia sullo Ionio, a circa 40 km da Lecce e 11 km da Nardò. Stiamo parlando del Parco naturale regionale di Porto Selvaggio, sito nel cuore del Salento e a metà strada tra Gallipoli e Porto Cesareo. È una riserva naturale che ricomprende la vegetazione della pineta e un mare fiero e selvaggio che si infrange sull’aspra scogliera.

La località ha ricevuto molti premi e riconoscimenti nel corso del tempo. La lingua di terra a ridosso del mare è ricca di vegetazione e dona al turista angoli di scogliera unici e spettacolari. Il centro di gravità del posto ruota attorno alla piccola baia con la spiaggia di ciottoli e il fondale del mare sabbioso e dolcemente digradante.

Nel cuore del Salento e a metà strada tra Gallipoli e Porto Cesareo c’è un porto selvaggio nel nome ma dal fascino tropicale

L’ingresso più comodo (meglio, meno lungo) alla spiaggia è da Villa Tafuri. Ma i turisti disposti ad accedere muovendo da una delle due torri (da Nord o da Sud della baia) comprenderanno meglio il perché del nome “Porto Selvaggio”. Un mare selvaggio che sbatte contro speroni di roccia a difesa della distesa dei pini d’Aleppo dell’entroterra. Quest’ultimi offrono un rifugio perfetto per difendersi dai roventi raggi solari, specie nelle giornate più calde ed afose.

Lungo la scogliera si snodano insenature, grotte e promontori a strapiombo. Un contesto perfetto per chi è disposto a mettersi in cammino e/o ha la possibilità di apprezzarli dal mare.

Infine citiamo la presenza di polle sorgive a pelo d’acqua del mare, che rendono le acque cristalline e refrigeranti.

Mille modi di vivere e conoscere il paesaggio

La bellezza aspra e dolce del territorio si presta al turista amante della bici e/o del camminare. Termine in cui includiamo gli amanti del footing o del trekking o delle lunghe passeggiate in mezzo alla natura.

Al netto dei primi, più autonomi e intraprendenti sui percorsi da effettuare, per gli altri sono disponibili dei sentieri tracciati. Tutto dipende dalla disponibilità in loco al momento della visita.

Un itinerario trekking parte da Santa Caterina per poi svilupparsi nel cuore del Parco naturale. Il sentiero costeggia il mare e alterna pineta a macchia mediterranea, speroni di roccia e conche marine, sentieri pianeggianti e dolci salite.

Si parte dall’imponente Torre della Dannata per giungere fino alla Torre di Uluzzo. Quest’ultima è nota sia per i ritrovamenti archeologici sia per la presenza di alcune delle grotte più importanti d’Europa.

In tema di grotte citiamo quella di Capelvenere (si racconta vi sia nato Cupido), che tuttavia è più vicina alla torre di partenza e non a quella di arrivo. Ovviamente il sentiero ricomprende anche la bellissima baia di Porto Selvaggio.

Approfondimento

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