Nel 2024 andranno in pensione più facilmente i lavoratori, sparisce il requisito che ha impedito l’uscita a molti contribuenti

Nel 2024 andranno in pensione più facilmente i lavoratori-Foto da imagoeconomica

Tra le tante sorprendenti novità che il Governo Meloni ha deciso di introdurre nella Legge di Bilancio per il capitolo pensioni, una è passata quasi inosservata perché evidentemente non considerata per come deve essere. L’importanza delle chiusure di APE sociale e Opzione Donna e Quota 103 che diventa Quota 104, sono stati subito gli argomenti più discussi e dibattuti. Ma lo stop al vincolo sulle pensioni contgributive che adesso andremo ad analizzare, è un provvedimento che elimina una sorta di discriminazione tra contribuenti che il nostro sistema prevedeva. E parliamo al passato giustamente, perché proprio la manovra finanziaria del Governo elimina la discriminazione definitivamente. 

Nel 2024 andranno in pensione più facilmente i lavoratori, sparisce il requisito che ha impedito l’uscita a molti contribuenti

Esiste una differenza sostanziale tra un contribuente che ha iniziato a versare contributi prima del 1996 e chi lo ha fatto dopo. Innanzi tutto per le regole di calcolo delle pensioni, che per i primi sono più favorevoli. Perché i primi rientrano nel sistema misto, con la pensione calcolata col favorevole sistema retributivo per i periodi fino al 1995 o al 2012 per chi al 1995 ha già 18 anni di contribuzione versata. Per i secondi infatti la pensione è tutta contributiva, basata cioè sull’ammontare dei contributi versati. Ma oggi il nostro focus riguarda un’altra differenza tra le due categorie di contribuenti. Ed è la differenza oggetto della novità da parte del Governo che di fatto l’ha cancellata.

Pensioni contributive a 67 anni, sparisce il requisito dell’importo della pensione

La pensione a 67 anni con 20 anni di contributi, cioè la pensione di vecchiaia, per i contributivi puri è stata sempre più difficile. Perché rispetto ai retributivi, età e contributi non bastano. Serve raggiungere un importo minimo della pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Nel 2023 infatti per essere erogata ad un lavoratore i cui versamenti sono iniziati dal 1996 in poi, la pensione doveva raggiungere 754,90 euro. Perché l’assegno sociale è pari a 503,27 euro. Il Governo adesso ha deciso di equiparare i lavoratori di fronte alla pensione di vecchiaia.

E nel 2024 andranno in pensione più facilmente i lavoratori, o almeno molti di loro. Niente più differenze quindi. Anche per chi ha iniziato con i versamenti dopo il 31 dicembre 1995, la pensione viene liquidata a prescindere dall’importo. Per i nati nel 1957 una ottima notizia. Perché potranno andare in pensione anche se il loro assegno è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Ma è una buona notizia anche per chi è nato prima. Perché c’è chi non è potuto andare in pensione proprio per colpa di quel pesante vincolo adesso eliminato.

Consigliati per te