Negli ultimi due anni si è avuta una pioggia di provvedimenti del Governo (meglio: dei Governi) a sostegno di famiglie, imprese e lavoratori. Una sfilza di decisioni prese per permettere al sistema di reggere all’urto del Covid e non far implodere l’economia. Invece il recente Bonus 200 euro (a volte automatico, a volte su domanda) punta a sostenere i consumatori alle prese con il forte rialzo dei prezzi.
Tuttavia, non è sempre breve il lasso temporale tra la decisione parlamentare e l’erogazione del sussidio di specie. Ad esempio per il Bonus cuochi i diretti interessati sono in attesa da diversi mesi. La scorsa settimana, tuttavia, MISE, MEF e Ministro del Lavoro hanno trovato la quadra circa i criteri di accesso e il tetto massimo dell’incentivo.
Sintetizziamo i passaggi chiave delle ultime novità. Anticipiamo solo che nel 2023 questi fortunati lavoratori troveranno nel piatto fino a 6.000 euro di Bonus.
I fortunati a cui spetta
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Come lascia facilmente intendere il nome del Bonus, la misura è riservata ai professionisti della cucina. Il riferimento è agli chef alle dipendenze di alberghi e ristoranti e ai lavoratori autonomi con Partita IVA. Nel primo caso deve esserci un regolare contratto d’assunzione, mentre per gli autonomi la Partita IVA deve essere attiva dal 1° gennaio 2021. Inoltre occorre essere residenti o stabili in Italia.
Il Bonus consiste in un credito d’imposta pari al 40% di alcune voci di spese. Troviamo quelle legate all’acquisto di macchinari da cucina di classe energetica alta da impiegare nella cottura, trasformazione e conservazione dei prodotti. Oppure per l’acquisto di attrezzi da lavoro, sempre in ambito ristorazione ovviamente. Infine sono incluse le spese relative a corsi di aggiornamento professionale svolti tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.
In tutti i casi il tetto massimo del Bonus non potrà eccedere la soglia dei 6mila euro. Qualora le richieste dovessero eccedere il plafond disponibile, il Ministero potrebbe limare in egual percentuale le agevolazioni riconosciute.
Nel 2023 questi fortunati lavoratori troveranno nel piatto fino a 6.000 euro di Bonus del Governo
Tra i paletti di accesso alla misura troviamo anche la tracciabilità delle spese. Queste devono risultare sostenute tramite il c/c del cuoco che richiede il Bonus. Oppure con modalità (tracciate) che permettano al Fisco di ricondurre in maniera univoca il soggetto beneficiario alla fattura o ricevuta della spesa sostenuta.
Il Bonus verrà erogato solo dal 2023, considerato che nel perimetro della misura rientrano le spese sostenute fino a tutto dicembre 2022. Manco a dirlo, la richiesta andrà fatta in modalità online secondo la procedura informatica definita dal MISE.
Gli aventi diritto potranno presentare una sola domanda di ristoro. L’istanza dovrà essere corredata di tutti i documenti che comprovino quanto dichiarato nell’istanza.
In quanto credito d’imposta, il Bonus non prevede accrediti e/o storni di somme di danaro sul conto corrente. Esso potrà essere speso solo in compensazione, tramite il modello di pagamento unificato F24 in via telematica.
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