Negato bonus ai professionisti dal decreto Rilancio

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Nel decreto Rilancio è stato confermato il bonus per gli autonomi ma, nonostante le rassicurazioni del Ministro dell’Economia, ciò non è stato per 500mila professionisti. Negato bonus ai professionisti dal decreto Rilancio. Si tratta del beneficio di 600 euro che, nel mese di marzo, è stato riconosciuto ai predetti. La polemica sorge soprattutto perché i medesimi sono stati già esclusi dai contributi a fondo perduto, spettanti alle imprese.

In più, con il nuovo decreto sono state disattese le promesse sul bonus da 600 euro per i mesi di aprile e maggio, per chi lo aveva già ottenuto a marzo.  Smentita, dunque, anche la ulteriore previsione di un aumento a 1000 euro per coloro che avrebbero dato prova di aver subito perdite oltre una certa percentuale. Al riguardo si pensa sia occorso un errore materiale involontario. Perché se fosse volontario, si annuncia una vera e propria guerra tra Governo e professionisti.

Negato bonus ai professionisti  ed esclusione dai contributi a fondo perduto

I professionisti sono delusi a causa dell’esclusione dai contributi a fondo perduto a cui, invece, hanno diritto imprenditori, artigiani e commercianti. Secondo il ministro Gualtieri, i professionisti, beneficiando dell’indennità da 600 euro, non hanno diritto ai contributi a fondo perduto destinati alle imprese. A fronte di dette considerazioni, il Presidente di Confprofessioni, ha mostrato una certa contrarietà.

Infatti, il Ministro sembrerebbe sottovalutare un settore economico che occupa 900 mila lavoratori e muove un volume d’affari di circa 210 miliardi di euro all’anno. Un settore che produce ricchezza per il Paese e che è stato duramente colpito dalla crisi economica, dovuta alla pandemia.

Secondo il Presidente, infatti, non vi sarebbero grosse differenze tra un imprenditore, un artigiano e un commerciante da una parte ed un avvocato, un dentista, un architetto dall’altra. Entrambe le categorie, per effetto del Covid-19, hanno subito un calo di fatturato. Quindi, non si comprenderebbe il senso della differenza di trattamento. Evidentemente al Ministro dell’Economia sfugge la nozione di impresa, così come formulata nelle raccomandazioni della Commissione Europea. Pertanto, non si sa questa netta differenza di trattamento, rispetto a categorie simili ed entrambe danneggiate dalla pandemia, a quali dibattiti porterà.

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