Non solo vuoti di memoria, difficoltà di concentrazione o complessità nel trovare le parole giuste in una conversazione, ma all’appello dei sintomi precoci della demenza sembrerebbe aggiungersi anche una condizione emotiva molto comune. Attenzione, non è la depressione come pensano in tanti. A sottolinearlo è la scienza. In particolare una ricerca dell’Università di Cambridge che ha svolto in collaborazione col King’s College di Londra, Oxford e la Radboud University di Nimega in Olanda.
Come capire se una persona soffre di demenza?
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È doveroso ricordare che nessuno di noi può sostituirsi ai medici specialisti. Dunque, per una diagnosi effettiva bisognerà affidarsi alle conoscenze tecniche e mediche degli esperti. Colloqui, test neuropsicologici e analisi approfondite tracceranno un quadro clinico definitivo. Tuttavia, ci sono alcuni segnali, alcuni campanelli d’allarme che possono ricondurre alla demenza. In linea generale, la presenza di 6 sintomi potrebbe accendere i riflettori sulla condizione di salute della persona analizzata.
I sintomi iniziali più comuni della demenza sono:
- graduale perdita di memoria;
- difficoltà di concentrazione;
- difficoltà a svolgere compiti quotidiani familiari;
- fatica a sostenere una conversazione e trovare la parola giusta;
- essere confusi riguardo al tempo e al luogo in cui ci si trova;
- cambiamenti d’umore.
C’è un altro sintomo che dovrebbe essere preso in considerazione perché ne soffrono in tanti e potrebbe essere spia della demenza
Stiamo parlando dell’apatia. Una condizione psicologica che si manifesta attraverso un totale disinteresse del mondo esterno. Non si provano sentimenti di felicità, ma neanche di tristezza. Insomma, un’assenza di emozioni, come suggerisce anche il nome. Apatia, infatti, deriva dal greco “pathos” che significa “emozione” accorpato alla lettera privativa “a” iniziale che sta a significare proprio un’assenza di qualcosa. Secondo lo studio citato in precedenza, la mancanza di emozioni sarebbe una spia di un futuro crollo cognitivo, soprattutto per chi soffre di problemi cerebrovascolari.
La ricerca pubblicata sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry ha analizzato le relazioni tra apatia, depressione e demenza, prendendo in considerazione i pazienti affetti da una malattia dei piccoli vasi cerebrali (una condizione molto comune soprattutto tra gli anziani). Secondo gli scienziati, non sarebbe la depressione a favorire un eventuale processo neurodegenerativo, ma l’apatia.
Lo studio
La ricerca si è sviluppata su due gruppi di pazienti con demenza vascolare. In entrambi i gruppi i risultati hanno sottolineato come i pazienti con un alto livello di apatia abbiano avuto un maggior rischio di sviluppare la demenza. Inoltre, nessun livello di depressione sembra aver inciso sullo sviluppo di demenza.
Secondo i medici, all’apatia si associa un danno ad alcune parti del cervello delle persone alle prese con una malattia dei piccoli vasi cerebrali. Dunque, un monitoraggio continuo dei livelli di apatia potrebbe essere utile per monitorare i rischi di comparsa della demenza. D’altronde, di apatia ne soffrono in tanti e potrebbe essere spia della demenza ma in molti lo sottovalutano. Per questo motivo, gli esperti consigliano di stare attenti anche alla mancanza o meno di emozioni da parte dei soggetti a rischio.
La demenza non si può eliminare o prevenire del tutto, tuttavia, alcuni semplici esercizi possono mantenere allenata la mente degli anziani.
Attenzione anche ad alcuni comportamenti comuni che possono peggiorare la condizione di chi soffre del morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza.