NASPI e nuovo lavoro a tempo determinato e indeterminato, differenze

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Per il lavoratore dipendente disoccupato un grosso salvagente è rappresentato dall’indennità di disoccupazione. Che si può richiedere solo nel caso che la perdita dell’attività lavorativa sia involontaria.

Solo in due casi la NASPI spetta per dimissioni volontarie: per la neo mamma che si dimette nel periodo di tutela e per chi si dimette per giusta causa. Ma cosa accade al disoccupato che ha NASPI e nuovo lavoro a tempo determinato o con contratto indeterminato? Scopriamolo e scopriamo anche cosa accade e che differenze ci sono tra le tipologie di contratti.

L’indennità di disoccupazione non preclude nuovo lavoro

Il disoccupato che percepisce la NASPI non deve precludersi la possibilità di lavorare nuovamente. Anche perché in diversi casi possono coesistere l’indennità con il nuovo lavoro. L’importante è che il disoccupato mantenga quello che viene chiamato status di disoccupazione.

Tale status si mantiene con rapporti di lavoro che non superino un determinato periodo di tempo e che diano come retribuzione un redditi al sotto di un certo limite. Quando si mantiene lo status di disoccupato, quindi, la NASPI si può continuare a percepire anche lavorando. In alternativa, poi, si può sospendere l’indennità per la durata del contratto sottoscritto.

Quando la NASPI decade?

Quando si trova un nuovo rapporto di lavoro l’indennità di disoccupazione decade nel caso che:

  • il rapporto di lavoro sia a tempo indeterminato;
  • il contratto sia a tempo determinato ma con durata superiore a 6 mesi;
  • il rapporto sia a termine e con durata inferiore a 6 mesi ma con reddito superiore a 8.145 euro.

In questi casi l’indennità di disoccupazione decade ma con il nuovo lavoro si iniziano ad accumulare nuovi contributi utili per una successiva domanda.

NASPI e nuovo lavoro a tempo determinato e indeterminato, differenze

Se il rapporto di lavoro, invece, è a tempo determinato con durata pari o inferiore ai 6 mesi e con reddito derivante pari o inferiore a 8.145 euro, la NASPI si mantiene. È lasciato, poi, alla scelta del lavoratore se sospendere il trattamento o ridurne l’importo. Ma come funziona?

Se il lavoratore che percepisce la NASPI invia all’INPS il modello NASPI-com indicando i redditi presunti per l’anno in corso, l’indennità si riduce. La riduzione è pari all’80% del reddito presunto e, quindi, intacca solo relativamente l’indennità mensile.

Se non si comunica il reddito presunto, invece, l’indennità si sospende per tutta la durata del contratto a termine. Per poi riprendere alla scadenza dello stesso con durata pari a quella residua ancora da percepire.

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